Il successo di una canzonetta è una cosa davvero misteriosa. I gusti personali sono quanto di più soggettivo esista al mondo. Ci sono fan devoti di Bob Dylan e altri devoti di Povia, tutto è permesso e lecito. Al cuor non si comanda. Basti pensare che gli autori Maurizio Fabrizio e Guido Morra proposero “I migliori anni” a Giorgia e lei, rifiutandola come una cretina, fece la fortuna (grazie all’arrangiamento di Renato Serio) di Renato Zero! Adesso spiego i miei (dis)gusti. A me le parole interessano zero, interessa solo la musica. Di conseguenza non mi piacciono tutti i poeti e scrittori che in Italia si sono dati alla musica senza possedere doti musicali. Da De Andrè a Jovanotti, da Vecchioni a Guccini, la nostra tradizione poggia sui famosi cantautori che prima scrivono lunghissimi testi con “messaggio” incorporato e poi devono trovare qualcuno che aggiunga il vestito di qualche nota. A parte Modugno Bindi Paoli e De Gregori (che nascono musicisti) l’unica eccezione è stato Vasco Rossi che inventa uno slogan (C’è chi dice no, per es.) e vi costruisce intorno la canzone, facendosi aiutare dal grande Guido Elmi o da Gaetano Curreri . Ligabue è il massimo, anzi il minimo, tutte le sue canzoni sono contenute in 4 accordi. Andate su YouTube (Tutto Ligabue in 4 accordi) per convincervi. Fuori da questi accordi, egli copia. “Certe notti” (1995) è “Bed of Roses” (1993) dei Bon Jovi (v. plagimusicali.net). I “copioni”, a causa di impossibilità di scrivere musica, non si contano, Zucchero è un repertorio di plagi continui e reiterati (youtube: Zucchero: i plagi!). Ma anche Antonello Venditti non scherza. “Altamarea” (1991) copia palesemente “Don’t Dream It’s Over” (1986) dei Crowded House.
Quando la musica nasce prima, i risultati sono sempre positivi. Per farmi capire, vorrei citare la fortuna di due personaggi. Uno è Maurizio Costanzo. A lui il maestro Morricone affida (?) una sua musica per aggiungervi le parole. Costanzo e Ghigo de Chiara fanno “Se telefonando”. L’altro è il furbo mercante Mogol, al quale Battisti ha affidato le sue melodie indimenticabili. Se le avesse affidate a Giorgio Calabrese non sarebbe stato meglio? Bruno Zambrini (In ginocchio da te), Gene Colonnello (Non ho l’età), Carlo Alberto Rossi (E se domani) sono tre musicisti che hanno fatto la fortuna degli interpreti. 50 anni fa usciva “Senza orario nè bandiera”, un lp dove De Andrè si affidava ai New Trolls per le musiche. Poi si sarebbe affidato alla Pfm. A dimostrazione che un poeta vero sa riconoscere i suoi limiti, discernere una canzone da una poesia. Veniamo ad oggi. Prendiamo Jovanotti e il suo nuovo ep “Jova Beach Party”. Se ascoltate il singolo “Nuova era” , che vanta la collaborazione del producer Dardust (Dario Faini), al profluvio di parole, concetti da liceale…
E quando io
ti guardo mentre passi
fai vibrare pure i sassi
col tuo semplice procedere così sicura di te
mi fai sentire un poeta
anzi di più un profeta
che annuncia al mondo l’inizio di una nuova era
l’inizio di una nuova era
l’inizio di una nuova era
l’inizio di una nuova era
viene giustapposta, dopo più di un minuto, una musica con fiati, una ventina di secondi per far alzare le mani in discoteca. Dopo un minuto e mezzo ricomincia il parlato per un altro minuto. Poi di nuovo la musica, e così via. Adesso, per finire, ascoltatevi “Formidabili quegli anni” di Vecchioni. Però prima immaginate di cantare voi il ritornello con la voce bassa del cantante (Formidabili quegli anni/formidabili quei sogni). Quando dopo la sentirete, direte: ma così la scrivevo pure io.