GUIDO VITIELLO
Il loro primo istinto è cercare al microscopio tracce residue di fascismo nelle schiere del suo nemico, fino a paragonare Zelensky al Duce, come ha fatto Ritanna Armeni, o a chiamare il governo ucraino “guerrafondaio”, come ha fatto Ida Dominijanni. E ancora: vedono un popolo che resiste strenuamente all’invasore, e si impegnano in defatiganti discussioni storiografiche per negare agli ucraini la patente di partigiani, loro che cantavano Bella Ciao senza batter ciglio perfino contro l’editto bulgaro di Berlusconi o il referendum costituzionale di Renzi.