Se si è rotto Franceschini, figuriamoci io (il populismo lo spiegarono già i fratelli Grimm)

Augh. Il grande unico capo vero del Pd ha parlato. Pure lui si è rotto dei penultimatum di Giuseppi: se vuoi andare, vai, ma non rompere più. Da parte mia non scriverò più su questo blog di politica italiana, perchè mi chiedo: se uno, tra Conte e Draghi, preferisce il primo, questo povero paese come può salvarsi? Se l’esperimento cominciato nel 2018 non ha insegnato nulla sulla tragedia del populismo, io non posso più farci niente, dopo aver combattuto per 4 anni.

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Mario contro Dario, non è tecnica contro politica

(luciano capone) Le tensioni tra Draghi e Franceschini sono state descritte come lo scontro tra “il tecnico” e “il politico”. Ma se si guarda il merito delle scelte, al di là di narrazioni e stereotipi, si vede che l’opposizione del premier a misure come il Bonus Facciate è sia tecnica che politica

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Franceschini il sommergibile

Dal 3 febbraio 2021, data in cui Mattarella ha conferito incarico del governo a Draghi, Dario Franceschini è rimasto in silenzio. Fa il ministro ma nessuno sa cosa pensa di Draghi, non ha sprecato una sola parola a sostegno del governo di cui pur fa parte. Un politico, il vero comandante in capo del Pd, che è una sorta di sommergibile della politica italiana: sopra, tutti si accapigliano, sotto il mare lui manovra e cospira. Invisibile, imperscrutabile, inamovibile, la versione comica di Forlani e Goria intrecciati

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