Kiev e conti pubblici, contatti di Draghi con l’Ue: “Meloni starà ai patti”
(Tommaso Ciriaco) Palazzo Chigi fa da garante con Bruxelles, Parigi e Berlino. Le tre condizioni: sostegno all’Ucraina,
fedeltà alla Nato e non far esplodere il debito
(Tommaso Ciriaco) Palazzo Chigi fa da garante con Bruxelles, Parigi e Berlino. Le tre condizioni: sostegno all’Ucraina,
fedeltà alla Nato e non far esplodere il debito
(Alberto Brambilla) Su 36,5 milioni di italiani in età da lavoro, lavorano solo 23 milioni (il 39% contro oltre il 51% dei nostri competitor), gli altri tra Neet, sussidi, reddito di cittadinanza e ammortizzatori sociali, se ne stanno a casa nonostante manchino bagnini, cuochi, camerieri, operai ecc.
La campagna elettorale più inutile della storia finisce per far assomigliare la discesa agli inferi della Meloni a quella di Walter White, l’antieroe di Breaking bad, la serie più bella di tutte. La politica italiana avrà il 26 settembre il suo breaking bad, sbroccherà, e finirà male per tutti.
(carmelo caruso) Il governo studia le mosse della Germania, ma sul gas non vuole illudere. Il sorriso di fronte a quelli che adesso lo cercano: “Pensare che ci accusavano di finire i soldi”
(mario lavia) Il Partito democratico non ha capito che l’attuale presidente del Consiglio è uno spartiacque, un confine tra un prima e un dopo. Invece lo considera una parentesi, mancando l’appuntamento con i desiderata della maggioranza dei cittadini
Le bugie in malafede di Conte (reddito di cittadinanza e bonus 110%) e dei populisti di qualsiasi colore sono prive di qualsiasi fondamento. Con Draghi il nostro paese è cresciuto più di ogni altra economia del G7 nel secondo trimestre. Ma ora le cose stanno cambiando. Auguri a tutti noi, e che Dio ce la mandi buona
(mario lavia) Mosca contava molto sul partito putiniano italiano per destabilizzare l’Europa, ma i suoi propagandisti non si erano accorti che l’Italia non è il ventre molle dell’occidente
La linea politica del “campo largo” spiegata dall’ultimo maoista rimasto in Italia, Beppe Provenzano del pd. Interpretazione e parafrasi a vantaggio di tutti quelli che si considerano nel 2022 riformisti e non vogliono fare la rivoluzione proletaria mandando via Draghi
(mario lavia) Per Bersani la soluzione va cercata in una somma delle varie anime di partiti diversi, Renzi invece propone di creare una nuova casa che prosegua le politiche dell’attuale presidente del Consiglio. Sono due strade antitetiche e il Pd dovrà scegliere se riprendere il fallimentare campo largo o contribuire al cambiamento del Paese
Giovanni Falcone, 30 anni dalla strage di Capaci: per gli italiani un eroe lasciato solo da politica e magistrati. Gratteri è isolato quanto Falcone? Ecco la domanda. E perchè dalla Gruber se l’è presa con Draghi?
(Angelo Panebianco) Logorare il governo Draghi è ormai l’attività a tempo pieno di 5Stelle e Lega. Se fallisce l’azione del governo in materia di impiego dei fondi Recovery sarà impossibile contrastare gli effetti più drammatici della recessione e l’Italia si sarà definitivamente dimostrata totalmente inaffidabile agli occhi degli altri europei
(luciano capone) Le tensioni tra Draghi e Franceschini sono state descritte come lo scontro tra “il tecnico” e “il politico”. Ma se si guarda il merito delle scelte, al di là di narrazioni e stereotipi, si vede che l’opposizione del premier a misure come il Bonus Facciate è sia tecnica che politica
Il mio auspicio è stato accolto. I due fuoriclasse che abbiamo in questo momento storico politico restano ai loro posti dal momento che i nanetti coalizzati non sono riusciti a scalzarli. Leggete i miei ritratti dei nanetti in campo, fatti prima che la giostra delle illusioni avesse inizio. Speriamo che Draghi ora possa fare le riforme che aspettiamo dagli anni settanta dell’altro secolo. L’augurio che avevo scritto era che Mattarella “il Grande” trovasse la forza di rimanere per ricostruire il Paese con un uso saggio delle risorse del Pnrr (stavolta l’Europa adopera ” il prima vedere cammello e poi dare i soldi”, spiegatelo ai nanetti)
(alberto de bernardi) Il suo attacco alla stagione renziana, lanciato al rientro nel Partito Democratico, rivela il progetto, condiviso da altri membri del gruppo dirigente, di rifare l’ennesima reincarnazione comunista, di riprendere i rapporti con Giuseppe Conte e di mettere da parte Mario Draghi
Dal 3 febbraio 2021, data in cui Mattarella ha conferito incarico del governo a Draghi, Dario Franceschini è rimasto in silenzio. Fa il ministro ma nessuno sa cosa pensa di Draghi, non ha sprecato una sola parola a sostegno del governo di cui pur fa parte. Un politico, il vero comandante in capo del Pd, che è una sorta di sommergibile della politica italiana: sopra, tutti si accapigliano, sotto il mare lui manovra e cospira. Invisibile, imperscrutabile, inamovibile, la versione comica di Forlani e Goria intrecciati
Mattia Feltri, uno dei pochi giornalisti fuoriclasse (lo vedete mai in tv?) spiega per filo e per segno cosa è successo e cosa succederà al nostro Paese, in cui tanti nanerottoli ripetono ogni minuto che non abbiamo bisogno di Salvatori della Patria. Infatti. Di Mattarella e Draghi, uomini delle istituzioni, non sappiamo che farcene, andremo avanti con qualche imbecille che bivacca in tv a sproloquiare sul nulla, insieme con qualche no vax chiamato a spiegare lucidamente la sua follia
(mario lavia) Prima era stato il Financial Times, ora tocca all’Economist: il presidente del Consiglio ha ridato credibilità politica all’Italia e deve rimanere a Palazzo Chigi. In base a chi andrà al Colle, il 2022 sarà l’anno della promozione a grande Paese o del ritorno alla marginalità
(francesco corbisiero, il foglio) Le rilevazioni di Sociometrica e Format Research mostrano il cortocircuito a sinistra sull’ex capo della Bce. E poi il no sul Quirinale: circa il 70 per cento degli italiani vorrebbe che il premier restasse a Palazzo Chigi. Promosso l’operato del governo su economia e contrasto alla diffusione del virus. L’effetto Draghi sul contesto politico italiano
(francesco cundari) Cari ministri, sindaci e aspiranti leader del centrosinistra, se non siete in grado di chiedere a un controllore di verificare il green pass, almeno risparmiateci le chiacchiere su come volete cambiare la società italiana, i trattati europei e l’economia mondiale
(francesco cundari) Un presidente della Repubblica che garantisca il massimo di continuità, Draghi ancora a Palazzo Chigi e una legge elettorale proporzionale che tolga di mezzo il bipolarismo isterico e paralizzante di questi anni sono scelte che si tengono l’una con l’altra, e che dovrebbero risultare persino ovvie alla luce dell’esperienza di questi mesi
Ho letto e sentito in tv “i vedovi di Conte” sfottere ora Draghi chiamandolo “Il Migliore”, ricordando il Togliatti che guidò il pci per 38 anni. In realtà non fu un soprannome molto usato tant’è vero che oggi l’affetto per Berlinguer non ha eguali e Togliatti è più rimasto il “totus politicus” che gli affibbiò
L’immagine di Beniamino Placido, un intellettuale rimasto fedele sino all’ultimo agli ideali di “Giustizia e Libertà” e che se vivesse in questi giorni, nel dopo Draghi, sentirebbe come me che la politica italiana sta ritrovando un’istanza riformista e perciò sta sconfiggendo il bipopulismo.
Il fatto è che in Italia una sorta di «presidenzialismo di fatto» c’è già, ed è stato introdotto quando si è consentito di portare sulla scheda elettorale, inserendolo surrettiziamente nel simbolo delle coalizioni, il nome del leader dell’alleanza, producendo così una simulazione di elezione diretta.
Ci sono notizie pubblicate ma che non hanno risalto per la loro effettiva importanza. Anche così si manipola l’opinione pubblica. In questi due casi lo si fa per danneggiare Colao e Renzi.