FEDERICO ARCURI

Federico Arcuri, scomparso oggi, lo avevo visto qualche mese fa con la moglie Annamaria. Avevamo parlato come al solito, con l’abituale affetto che ci univa. Erano sempre assieme e portavano avanti una casa editrice e un mensile da tanti anni, con coraggio, ostinazione, passione. Federico ai miei occhi è stato sempre la mitezza fatta persona, mai una parola fuori posto, l’ironia che faceva capolino di tanto in tanto. Il mio pensiero va ad Annamaria, che conosco da bambina, alle due figlie, a tutti coloro che come me ricorderanno con tenerezza sempre i suoi occhi chiari, la sua barba inconfondibile che il tempo ha via via imbiancato. Una sorta di Bobo di Staino, più bello. Per vivere ha scelto di portare avanti la testata familiare, di lavorare nel campo editoriale che nella nostra regione rappresenta un’impresa quasi impossibile. L’ho sempre considerata una scelta coraggiosa di Federico  e mai avrei pensato di dover parlare di lui al passato. Penso che dovrei smettere di scrivere, ma è pur vero che è l’unico modo per scaricare il dolore e la rabbia