FIGALLI E I PROFESSIONISTI DELL’INCOMPETENZA

Se il nostro Paese sapesse guardarsi allo specchio riconoscerebbe l’analfabetismo del popolo (si veda il Rapporto di conoscenza 2018 dell’Istat) e la presenza della borghesia più ignorante d’Europa. Tali elementi caratterizzanti hanno convinto oggi che l’incompetenza diffusa sia l’antidoto alla competenza della casta. Se quest’ultima ha provocato danni con i suoi esperti e tecnici, affidiamoci a chiunque purchè incompetente. Alessio Figalli, 1984, laureato alla Normale di Pisa, ha vinto la medaglia Fields “il Nobel della matematica”. In America ad Austin gli diedero la cattedra a 27 anni, mentre in Italia, racconta GA Stella su Sette riferendo quello che ha saputo da un cattedratico romano, gli avevano proposto di partecipare ad un concorso su misura dove avrebbe vinto facile facile. Figalli non accettò, temendo ritorsioni e ricorsi, e preferì il Texas. Questo è quanto. In questi casi si parla di cervelli in fuga. In realtà c’è un altro cervello ormai svanito, quello del sistema Italia, incapace di riconoscere il merito a qualsiasi età. Nel 2011, l’anno in cui Figalli se ne andò in America, l’età media in ingresso dei cattedratici ordinari italiani era di 58 anni. Solo il doppio, rispetto all’età di Alessio. Ecco, secondo me, quale sia il problema dei problemi italiani. Irrisolvibile certamente, ma solo perché tutta la politica compresi i nuovi che avanzano  e la casta, neppure lo avvertono come problema.  Sei un prodigio? E adesso che vuoi? mettiti in fila e trovati un protettore. Dalla mancata risoluzione di questo problema, a cascata derivano tutti gli altri: i competenti vengono messi da parte a favore degli incompetenti protetti, i quali rispondono al padrone e fanno danni. E’ un sistema che comincia presto, dai banchi della primaria. I bravi devono aspettare i tempi dei meno dotati, i bravi danno fastidio perché sono un’anomalia, e il compito degli insegnanti è allora quello di abbassarli al livello degli altri: contenerli. Il concetto cruciale da capire è di Vittorio Spinazzola: non c’è democrazia politica se prima non c’è democrazia culturale, che è democrazia delle competenze e della conoscenza. Ogni studente bravo che a scuola viene mortificato o massificato è la spia di un sistema corrotto. Ecco perchè “merito” in Italia, il regno del demerito, è una parolaccia, così come concorrenza e selezione. Tutto cominciò con l’egualitarismo cattolico, declinato nel senso che per accedere in Paradiso occorre saper aspettare un condono tombale (invece di dire la verità, che accedervi presuppone una dura selezione).