Prendiamo Berlinguer e l’Urss. «Insomma, noi oggi cosa diremmo di qualcuno che, senza voler fare paragoni, sostenesse che il fascismo era un regime politico tutto sommato buono, ma con alcuni tratti illiberali?» si chiede Paolo Mieli. Con questo passato del Pci sulle spalle, con questa ambiguità, cosa significa “sinistra” oggi? Sul Corriere oggi Galli della Loggia ha scritto “La sinistra vada oltre la sinistra”, e proposto una serie di valori e misure per rifondare il pd. Carlo Calenda invece ha scritto un manifesto. Ciò che i due propongono mi trova del tutto in sintonia ma vorrei aggiungere alcune misure che fungerebbero ancor di più da spartiacque. Prima di enunciarle vorrei fare una premessa. Si usa dire, come se si dicesse una cosa nuova, che da Renzi in poi la sinistra non si occupa più dei ceti deboli. Vero Cuperlo? Ma l’accusa in realtà è vecchissima. La vignetta di Forattini che pubblico riguardava Berlinguer e risale al 1977. Quindi nulla di nuovo sotto il sole, ciò che io penso è che a sinistra del pd ci saranno sempre forze minoritarie che non intendono come loro missione storica e palingenetica andare al governo, perchè la sinistra con il governo si corrompe. Detto questo, alle proposte sul tappeto aggiungerei le seguenti : 1) drastica riduzione del contante; 2) riforma della prescrizione per i reati; 3) e-fattura, split payment e mai condoni per abbattere evasione fiscale; 4) flat tax nella versione di Nicola Rossi dell’istituto Bruno Leoni; 5) in uno Stato di diritto, i contratti collettivi non devono mai prevalere sulle leggi del Parlamento; 6) abolizione degli esoneri sindacali e rispetto dell’art. 49 Cost. sull’organizzazione democratica dei partiti; 7) privatizzazione della Rai con un solo canale senza pubblicità; 8) spending review e diminuzione del debito pubblico. Questo impegnativo manifesto dovrebbe camminare su gambe giovani, tra i leader del pd oggi mi piacciono Gentiloni e Calenda.
(anche D’Alema, di cui Cuperlo era ghost-writer, era accusato di non occuparsi degli ultimi)