HIC SAVONA HIC SALTA Sabino Cassese spiega, a chi non ha il cervello di DI BATTISTA

(Sabino Cassese, Corriere della sera 26/5/2018) Se la Costituzione, che detta le regole del gioco, non è cambiata, vanno segnalati tre pericoli di andare fuori strada, tutti dettati da una certa insofferenza per le regole. Il 21 maggio scorso, mentre si parlava della nomina del presidente del Consiglio dei ministri, il «capo politico» del M5S ha affermato che il presidente della Repubblica «non si permetterebbe di porre veti». Due giorni dopo gli ha fatto eco il leader della Lega dicendo: «Il Colle non si opponga agli italiani». Queste due affermazioni partono dal presupposto che spetti alle forze politiche l’iniziativa della nomina del capo dell’esecutivo.Invece, la Costituzione dispone che questa è di competenza del Quirinale, e prassi e scienza giuridica sono nel senso che scelta e nomina sono atti presidenziali, a cui si aggiunge una «autorizzazione» parlamentare (la cosiddetta fiducia). Dunque, il presidente della Repubblica non interviene in seconda battuta, per confermare o porre veti.

Il secondo pericolo è indicato da una frase di Di Maio del 14 maggio: «si discute prima delle questioni [della politica] e poi degli esecutori». Non è così che la Costituzione configura il governo: questo determina la politica del Paese e il suo presidente mantiene l’unità dell’indirizzo politico. Siamo ben lontani da un governo – esecutore. (…)

Attendiamo ora la nomina dei ministri: anche per questa si vedrà se le due forze politiche sapranno stare nella carreggiata, fissata dalla Costituzione, secondo la quale il presidente del Consiglio incaricato (e non altri) propone e il presidente della Repubblica nomina (e quindi può anche non accettare proposte).(…)

È anche sbagliato affermare che i vincoli europei vanno rivisti «per finanziare tutte le misure economiche che diano diritti sociali agli italiani», come ha sostenuto il leader della Lega. La contrapposizione tra vincoli europei e diritti degli italiani è sbagliata per tre motivi. In primo luogo, perché quei vincoli sono contenuti in trattati firmati dai governi italiani e ratificati a larghissima maggioranza dai parlamenti, quindi a nome del popolo italiano. In secondo luogo, perché i trattati contengono impegni che abbiamo preso con altri popoli: dobbiamo quindi rispettare anche le altre democrazie. Infine, perché le misure economiche evocate per dare diritti sociali agli italiani saranno pagate dagli italiani stessi, non dagli altri Paesi europei, con aumento del debito a carico delle future generazioni e con maggiore costo dell’attuale debito a carico nostro.

(ndr) Dei 2,300 miliardi del nostro debito pubblico 580  sono in mano a investitori internazionali. Di Battista e tutti quelli come lui sono in grado parlando in tv di rassicurarli affinchè decidano di tenerseli? C’è da aver paura di questi ignoranti. E degli scienziati pazzi che convincono gli ignoranti