Tra il dire e il fare c’è il locale

Il dramma di tanti cittadini che tentano, per antico vizio, di informarsi sulle vicende politiche italiane, a me pare che stia nel mettere insieme il piano globale (idee) con quello locale. C’è un piano generale italiano dove una frattura è netta e percepibile. Da un lato partiti che parlano come se l’Italia fosse un paese del tutto indipendente, dall’altro  partiti  che sanno come l’Italia stia in Europa e sia perciò interdipendente. Il fatto è che, in tutte le nazioni, la fondamentale divisione politica è sempre meno rappresentata dalla frattura tra partiti di sinistra e partiti di destra e sempre di più tra partiti che vogliono fermare il processo di integrazione europea e partiti che vogliono rafforzarlo. Poi c’è il piano locale, il territorio, le città, i paesi, in cui uno vive, e quindi c’è la politica “vicina”, quella praticata. Per fare un esempio a noi vicino, in Calabria c’è la giunta regionale Oliverio, cioè quello sfacelo che vedono tutti, con una burocrazia che fa il bello e il cattivo tempo sino ad aver reso prigioniero l’unico esponente serio che è il prof. Viscomi.  Come potrebbero appassionarsi alla vita pubblica i cittadini che condividono quell’orizzonte largo, europeista, i quali magari il 4 dicembre hanno votato SI al referendum, se nelle regioni o a livello locale le idee riformiste sono appaltate a vecchi arnesi o persone impresentabili? Non è un fenomeno nuovo, anzi è molto antico e tutti i partiti hanno sempre declinato male sul territorio, con le proprie rappresentanze e delegazioni, politiche nazionali incarnate in un leader magari convincente e positivo. E’ stato il modello dc, al centro Moro in periferia i ras alla Gava. Ma oggi tutte queste contraddizioni tra la politica nazionale, quella espressa in tv, e le facce che appaiono sui territori appaiono insanabili. Come quelle squadre di calcio che cambiano gli allenatori mentre i giocatori restano sempre gli stessi, la politica italiana si contorce su sè stessa e gli resta impossibile rinnovarsi se prima non ha provato lo sfascio. Poi, quando comincierà la guerra si dovrà trovare come sempre un Winston Churchill per affidarvisi (e in quel caso si  comprenderà come ogni statista sia stato e sarà sempre uomo o donna solo al comando)