Come si manda un Comune in dissesto?

Su 84 comuni in crisi finanziaria ben oltre la metà (il 60,7%)  si concentra in due Regioni, Calabria (25 enti) e Campania (24 enti di cui 16 nella provincia di Caserta). Al 28 giugno 2016 ben 146 comuni erano in pre-dissesto di cui 10 province. I picchi in Calabria (29) Sicilia (25) Campania (18). In Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli e Veneto non risulta neppure un caso di dissesto. Quindi come si vede non può applicarsi il “così fan tutti”. Per tanti anni i comuni italiani hanno potuto redigere bilanci fasulli dove sotto la voce entrate si mettevano cifre inventate che giustificavano le uscite. La voce più usata è stata “multe”, ma il discorso è lo stesso per tutti i tributi locali. Cento euro di crediti per “multe”, secondo la norma in vigore prima del 2015, erano considerati dai comuni, nei bilanci preventivi,  come se fossero tutti incassabili nell’esercizio in corso. Era quella voce di 100 nell’attivo che offriva la copertura necessaria per poter  sostenere spese di pari importo. Cioè pur sapendo che a fronte di ogni 100 euro per le multe solo 20 sarebbero entrati davvero, gli amministratori hanno continuato a spenderne 100. Generando ogni anno un buco di bilancio legalizzato. Il contrario di quanto farebbe un buon padre di famiglia. Dal 2015 i nodi sono venuti al pettine perché il Ministero dell’Economia su impulso dell’Ue non ha potuto più tollerare i falsi in bilancio ed ha imposto ai comuni un’operazione di ripulitura dei conti ed inoltre un principio molto vicino al bilancio di cassa, cioè spendi ciò che realmente hai in cassa e non quanto prevedi di incassare. Ci sono state gravissime eccezioni fatte per evitare che la Corte dei Conti se la prendesse con i politici-amministratori. Per i 13 miliardi di debito accumulati dal comune di Roma (Too big to fail)  con Rutelli e Veltroni, invece di commissariare il Comune si è commissariato il debito. Per il buco di bilancio di Reggio Calabria si è ricorso allo scioglimento per infiltrazioni mafiose evitando il dissesto che avrebbe avuto conseguenze più nefaste per il ceto politico locale.

(Italia allo specchio, il dna degli italiani anno 2017 seconda parte, di Antonio Giangrande)