Vagamente Schlein (ma, se, tuttavia, sebbene) ovvero il sindacato delle minoranze

Vita sine proposito vaga est. Ho confessato subito un mio limite, quando sento parlare oppure leggo la Schlein io non la capisco. Vaghe stelle dell’ Orsa. Il suo linguaggio è il tipico politichese vendoliano con tutti quei ma, se, sebbene, tuttavia,, dunque so perfettamente dove (non) vuol andare a parare. Solo che Vendola stava con i 4 gatti di Sel mentre lei è stata cooptata in un partito del 20% e dunque deve annacquare i suoi pensieri. Insomma, il suo è il battistiano io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Dipendesse da lei sulla guerra direbbe le stesse cose di Santoro ma può mettersi contro Mattarella? E così via, l’unica cosa è non decidere mai.

Da qui una supercazzola continua, che è basata sul giochino del dire-non dire, del “ma anche” (mi piace il caldo ma anche il freddo). Costretta a non affrontare interviste pubbliche, usa Instagram e, come il suo protector Su-dario Franceschini, è sempre alla rincorsa di Giuseppi, sempre più rosso-bruno (sinistra-sinistra sull’assistenzialismo ma mai una parola sull’accoglienza o sui diritti civili, pappa e ciccia con Meloni sulla Rai).

Ha scritto Annalisa Chirico “il problema non è più quello che lei trasformi il Pd nel sindacato delle minoranze, ma quello di un Pd addirittura muto, incapace di comunicare, di prendere posizione in maniera chiara e netta. Il segretario dice mezze parole perché evidentemente ha una difficoltà anche di solitudine interna al suo partito”.

Come la Chirico non escludo un cambio ai vertici in futuro: “La partita è aperta, non so se quella di Schlein sarà la segreteria più breve della storia del Pd, ma io credo che le prossime Europee saranno un tornante. C’è una componente importante all’interno del partito che chiaramente è a disagio”. Per adesso il tentativo di imitare lo spagnolo Sanchez è fallito sul nascere e ancora una volta la sinistra italiana che cerca ispirazione in Spagna dimostra di non aver capito nulla delle differenze storiche tra un paese dove c’è un re e uno dove c’è Mattarella.