Le mie convinzioni sulla chiusura di Massimo Giletti

Esula dalle mie umane possibilità tentare di spiegare perchè La 7 ha chiuso la trasmissione di Massimo Giletti (Catanzaro, 1962) “Non è l’Arena”. La trasmissione è stata cancellata prima di una puntata che avrebbe indagato i rapporti tra Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa Nostra. Lo ha rivelato il vicedirettore de il Fatto Quotidiano Marco Lillo, a cui lo avrebbe riferito lo stesso conduttore del programma Massimo Giletti. Emerge poi un’informativa della Dia, su un possibile coinvolgimento di Berlusconi nella tentata strage dell’Olimpico del 1994. (Virgilio notizie)

Tutti quelli come noi (pochi, tanti?) i quali pensavamo che Giletti fosse il re della tv-trash potrebbero avere il dubbio che invece egli stesse scoperchiando i misteri indicibili della storia politico-mafiosa d’Italia. Ragione per la quale è stato messo a tacere.

In fondo, basta poco per formare una convinzione: prendi due avvenimenti del tutto scollegati e uniscili, attraverso l’indizio costruisci un movente. Ma perchè la convinzione si rafforzi e diventi certezza occorre il rinforzo del gruppo cui apparteniamo e che condivide le nostre credenze.

Ebbene, dopo lunga riflessione io rimango dell’idea che Giletti  sta all’informazione come la briscola sta al silenzio. Unendo i seguenti punti (Catanzaro-Giletti-Non è l’Arena-Il Fatto quotidiano) si forma la mia convinzione che è tutto trash. Solo che io non ho un gruppo di riferimento e quindi essa lascia il tempo che trova.