Curve/ L’ho appreso dai Simpson ma nessuno se ne accorge

Chiunque abbia familiarità con le 745 puntate della sitcom più famosa al mondo, una parodia della società e dello stile di vita statunitense attraverso le divertenti e surreali avventure di una tipica famiglia della classe media, magari ha capito quanto me una cosa sola: che gli autori, da Matt Groenig a  Dan Castellaneta, Al Jean, James L. Brooks, Sam Simon, la satira la esercitano senza preferenza alcuna.

In quella serie tutti vengono ritratti e sbeffeggiati allo stesso modo e posti sullo stesso piano, uomini donne e bambini, animali, poveri, ricchi, repubblicani e democratici, americani e stranieri.

Lo spiego, anche perchè non tutti hanno visto dal 1991 tutte le stagioni della serie, facendo un solo esempio, che concerne il rapporto tra due vicini di casa, Homer e Ned Flanders. Homer è stupido, Ned è un uomo buonissimo, bigotto, devoto alla moglie Maude. Maude ha trent’anni, una folta chioma rossa, e, come il marito, è fortemente cristiana. Vive seguendo alla lettera i dettami della Bibbia, stando lontana da tutto ciò che può essere considerato tentazione. È madre di due figli, Rod e Todd, vittime della troppa intransigenza dei genitori.
Nonostante non faccia nulla per essere bella, è di aspetto fisico molto attraente, tanto che Homer non ha mai nascosto di provare attrazione fisica nei suoi confronti. Tra l’altro Maude Flanders è stata il primo personaggio importante a morire in un episodio dei Simpson, nella puntata “Di nuovo solo-solino-soletto” dell’undicesima stagione, cioè a scomparire definitivamente per il resto delle puntate (non succede con altre morti che vengono puntualmente “annullate” la puntata successiva). Homer ha provocato senza volerlo la sua morte accidentale, ma solo perchè Homer tratta sempre malissimo Ned e approfitta della sua bontà. I due, Homer e Ned, sono gli opposti, due contrari che il destino ha resi vicini di casa.

Bene, gli autori dei Simpson non provano simpatia per uno dei due e li sbeffeggiano entrambi. Come fanno con tutti i personaggi, descrivono le loro virtù insieme ai vizi e alle debolezze, ce li fanno compatire e anche amare. Non c’è nella serie, questa è la sua grandezza e unicità, un solo personaggio positivo o simpatico, uno per il quale senti che batte il cuore degli autori. La satira non ammette eccezione alcuna, in questo senso è super partes.

Insomma, la satira dei Simpson (come quella del vecchio Alighiero Noschese)  è agli antipodi di quella che fa Crozza in Italia, perchè Crozza esprime tutte le sue preferenze politiche per i personaggi che imita. Anch’io, pur non facendo satira, mi sforzo sempre di accettare di ogni personaggio pubblico vizi e virtù, come ho imparato guardando e studiando i Simpson.
Evidentemente la lezione non riesco a metterla in pratica perchè per tutta la vita son passato e passo per uno che ha le sue preferenze assolute e le sue idiosincrasie. Ormai me ne son fatto una ragione, perchè se uno si applica per tanti e tanti anni ma passa sempre per tifoso nonostante dentro voglia essere così lontano ed estraneo ai tifosi, vuol dire che non è credibile. I miei sforzi non sono (stati) apprezzati come avrei voluto. Tra essere e apparire c’è differenza. Parlando di “curve” anch’io posso dire come Jessica Rabbit «Io non sono cattiva, è che mi disegnano così», per usare una delle citazioni più popolari del cinema. Ma non mi abbatto, come finanche gli autori dei Simpson mi hanno insegnato (oltre alla letteratura e alle arti e alla storia), guardo tutti gli umani avendo capito che ciascuno di noi ha luci ed ombre. La cosa più importante di tutte resta quella di saper sempre discernere le due facce della medaglia: non esiste un uomo solo buono o solo cattivo, l’uomo non ha una sola dimensione. Le qualità si accompagnano ai difetti. Ognuno di noi come Ulrich, l’uomo “senza qualità” di Musil, di qualità ne ha tante e straordinarie, ma non riesce a indirizzarle verso uno scopo.