La televisione la realtà la Juve e la velocità

Da giorni su Twitter un tale posta due foto sfidando le persone a riconoscere quale è vera e quale generata da una intelligenza artificiale: ma se è possibile farlo, servono ancora i fotografi? E i giornalisti? E gli avvocati?

Fiorello con la vera Meloni che “imita” la finta Meloni ribalta il ribaltabile e lancia il paradosso del reale come rappresentazione del reale più reale del reale stesso. Ma in questo gioco del vero che sembra finto se passa dalla tv ( il regno del falso), il calcio ancora una volta dimostra che esistono soltanto le verità dei tifosi. Ecco un esempio (tifoso interista, ma è come dire, tutti i tifosi non juventini):

L’Inter ha giocato male, non discuto, ma perdere una partita così mi fa venire proprio la voglia di dire basta!
Non è possibile che tutte le volte ci sia qualcosa di questo tipo.
Penso che gli occhi ieri li avessero tutti, juventini compresi e il VAR dovrebbe nascondersi dopo una decisione di quel tipo.
di Ela

Il tifoso non juventino ha visto la tv ed è sicuro al 100%. Ora leggete una disamina dei fatti che si trova su Sky (Il gol di Kostic in Inter-Juventus: quando il Var… alza le mani, di Lorenzo Fontani, Sky sport):

Sono tre gli episodi da Var all’interno dell’azione che ha portato al gol di Kostic in Inter-Juventus. Se sul secondo è stata facile e immediata l’analisi, l’attenzione di molti (fra cui Inzaghi) si è rivolta al primo episodio (Rabiot), quando invece è nel terzo (Vlahovic) che c’erano i presupposti per annullare la rete

“L’accuratezza è più importante della velocità”, recita uno dei capisaldi del protocollo Var.

Eppure non sono bastati 4 minuti (tanto è passato dal gol di Kostic al “check over” partito dal broadcasting center di Lissone verso San Siro) per trovare un’immagine che certificasse oltre ogni ragionevole dubbio un fallo di mano in attacco nell’azione che ha portato al gol vittoria della Juventus al Meazza. Erano addirittura tre i contatti sospetti da verificare, quando da centrocampo è partita di fatto l’azione che ha portato alla rete del serbo.

Il primo contatto
Primo flash: il pallone spiove dall’alto e Rabiot allarga il braccio sinistro approcciando – e fallendo – un controllo di petto. La sfera sfiora il braccio del francese, toccandolo? Impossibile avere certezze nonostante le molteplici inquadrature: questione di prospettiva e di immagini “schiacciate” che non permettono di esprimere un verdetto definitivo.

Il secondo contatto
Secondo flash: il movimento di Rabiot inganna Vlahovic che chiude gli occhi mentre il pallone gli finisce addosso. Sul braccio, in questo caso non ci sono dubbi (e sotto l’ascella quindi in zona “rossa”), ma con l’arto aderente al corpo e in maniera del tutto fortuita. Quindi contatto non sanzionabile (non si tratta del tocco di mano di chi segna, che sarebbe irregolare a prescindere, ma di un fallo di mano “normale”).

Il terzo contatto
Terzo e decisivo flash, è quello che probabilmente aveva notato subito Barella (mentre le proteste di Inzaghi nascerebbero a quanto pare dal presunto mani di Rabiot): Vlahovic riceve palla proprio da Rabiot, la Juve ora scatta e punta la porta avversaria: il centravanti bianconero si porta avanti il pallone a prima vista colpendolo tra pancia e torace, nella parte laterale destra. Cerca e ricerca spunta un’immagine che – ora sì – sembra certificare un fallo di mano. Al livello del bicipite destro infatti il tremolio del muscolo e della manica fanno pensare a un tocco (anche) di braccio, e il movimento appare volontario (braccio “irrigidito” che si sposta in avanti), dunque punibile.

Un errore, ma…
Errore dunque? Pare proprio di sì. Ma altrettanto va ammesso che sarebbe stato difficile pretendere da Mazzoleni e Piccinini, Var e Avar a Lissone, un’analisi che assomiglia più a un’indagine della scientifica che a una revisione Var. L’accuratezza è più importante della velocità, ma non si può bloccare una partita a oltranza.

“L’accuratezza è più importante della velocità”, recita uno dei capisaldi del protocollo Var. La domanda che io faccio (a me del goal di Kostic importa nulla) è la seguente: alla Juve la giustizia sportiva ha tolto 15 punti e il giudice Mario Luigi Torsello (autore della sentenza) parlando in un convegno, ha spiegato che “la velocità nella giustizia sportiva conta più del diritto sostanziale”. Pertanto, sulla velocità mettetevi d’accordo.