Come un Pd in tangenziale, alla ricerca di qualcosa di sinistra

Capalbio o Coccia di Morto? Dove troverà i suoi elettori la neo-segretaria del Pd Elly Schlein? In quella che nell’immaginario collettivo è la località principe del radical-chic woke italiano o nella spiaggia celebrata nei film di Antonio Albanese dove si ritrova il popolo che nelle categorie marxiste di una volta sarebbe stato identificato come il lumpen-proletariat, il proletariato e la piccola borghesia? Presto per dirlo, certamente, ma sarebbe bene che il nuovo corso del Pd avesse come obiettivo di occuparsi principalmente del secondo segmento di popolazione, il primo è troppo impegnato a pontificare.

Partiamo da Coccia di Morto. Il governo di destra non riesce ad andare contro gli interessi dei concessionari del demanio marittimo per convenienza e per retaggio ideologico corporativo e così i bagnanti di tutte le classi sociali ci perdono due volte, in primis come contribuenti, perché soffrono dei mancati incassi delle 30.000 concessioni che oggi ammontano a poco più di 115 milioni l’anno, come se ogni stabilimento pagasse il costo dell’affitto stagionale di un lettino. In secondo luogo, perché senza concorrenza non c’è innovazione e competizione nell’offrire il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo.
In poche parole, niente è più di sinistra che abbracciare la concorrenza, rendendo disponibili i farmaci a minor prezzo nelle parafarmacie, aprire le corporazioni dei notai e dei taxi facendo diventare i loro servizi più accessibili, mettendo in piena competizione le offerte sul mercato dell’energia e dei trasporti. I ricchi si possono permettere tutto, i poveri no. Altra caratteristica del programma economico di Schlein è una valanga di promesse sfavillanti.

Più sanità pubblica e universalistica. Ok. Ricerca pubblica per i farmaci. Mah, vediamo. Welfare universalistico di prossimità, incluso cohousing e potenziamento delle pensioni di invalidità. Pensiamoci. Superamento della Fornero. Va beh, ti pareva. Obbligo formativo a 18 anni e grande investimento negli asili nido. Ok. Rafforzando le retribuzioni degli insegnanti a prescindere dal merito. Meno ok. Diritto allo studio “contrastando la retorica del merito”. San Gennaro pensaci tu. Con luoghi del sapere accessibili ed inclusivi con possibilità di usufruire della carriera alias (giuro non so cos’è). Fermiamoci qui.
Orbene, a prescindere dalla bontà di alcune proposte (alcune appaiono seriamente dannose, ma è un punto di vista) tutte sono caratterizzate da una completa assenza di stima dei costi e da una mancanza di eventuali coperture nonché da un minimo accenno di analisi costi-benefici. Piuttosto che inseguire il mito del “graduidamende”, Schlein potrebbe prendere ispirazione dai socialdemocratici tedeschi, svedesi, danesi, norvegesi e finlandesi, severi custodi dei conti pubblici perché sanno che in un paese indebitato non solo le nuove generazioni saranno quelle che pagheranno, ma anche nel presente chi fa profitti d’impresa e professionali, se la cava, chi ha bisogno di welfare no. Se poi si pensa di dar lezioni alle socialdemocrazie storiche, non abbastanza progressive, va bene, tentar non nuoce.

Un fattore che è sicuramente un potente strumento di uguaglianza economica è quello di una giustizia efficiente. I meno abbienti non possono aspettare processi eterni per riscuotere un credito; né, se per disgrazia sono indagati o imputati in un processo penale, rovinarsi per pagare avvocati in procedimenti senza fine. Questo a voler dimenticare l’effetto scoraggiante nei confronti degli investitori italiani ed internazionali, categoria che non sembra però interessare molto la neo-segretaria. Qual è la proposta? “Continuare a batterci per tempi ragionevoli della giustizia”. Come? Non si sa: forse il tutto è affidato alle forze ineluttabili del materialismo dialettico.
Basta così. È ovvio che chi ha una visione radicalmente diversa della società rispetto a Elly Schlein non si troverebbe d’accordo nemmeno di fronte a proposte articolate. Tuttavia, è legittimo chiedere realismo e attenzione ai ceti popolari. Il no alle trivellazioni di gas nell’anno in cui è aumentato il consumo di carbone a causa dell’invasione dell’Ucraina, per dire, significa voler male al clima e ai redditi bassi che fanno fatica a pagare la bolletta. Per favore, si faccia qualcosa di sinistra.