Caro Aldo,
leggo che il governo vuole introdurre una flat tax al 15% per le partite Iva sino a 85 mila euro. Chissà perché io, con un reddito totale famigliare di circa 120 mila euro lordi devo pagarci più o meno il 35% (più o meno perché circa 35 mila euro provengono da affitti… e non parliamo dei costi e dei tempi per liberare un alloggio). Chissà perché la mia pensione (sono un ex dirigente d’azienda e certamente ho una pensione proporzionale ai milioni di euro pagati da me e dalle aziende in contributi) è ferma come valore all’anno di entrata in pensione, cioè il 2006? Ah già, per me l’inflazione non vale.
Giuseppe C.
Caro Giuseppe,
Sono d’accordo con lei. Siamo tutti felici che le partite Iva possano pagare soltanto il 15% di tasse fino a 85 mila euro. Ricordo però quali sono le aliquote Irpef, che determinano la tassazione alla fonte dei lavoratori dipendenti: il prelievo sui redditi fino a 15 mila euro è del 23%, si passa al 25% sulle entrate sino ai 28 mila euro, quindi al 35% fino a 50 mila euro, dopo di che si passa al 43%, cui si aggiungono addizionali regionali e comunali, oltre ovviamente ai contributi. Cioè chi guadagna 2500 euro netti al mese è tassato come gli uomini più ricchi d’Italia, anzi di più; perché molti tra gli uomini più ricchi d’Italia hanno la residenza a Montecarlo o in Svizzera o in altri paradisi fiscali. Sono contrario alla flat tax, la considero incostituzionale — anche se gli esperti lo negano — visto che la Costituzione impone la progressività delle tasse, ma una semplificazione del sistema fiscale non sarebbe male. Berlusconi aveva promesso nel 2001 due sole aliquote, al 22 e al 33 per cento; ovviamente si è guardato dal mantenere. Una sforbiciata alle tasse fu data nel 2005, ma l’anno successivo il centrosinistra si affrettò a ristabilire le aliquote precedenti. Il governo Draghi ha rimesso qualche centinaia di euro nelle tasche del ceto medio, tuttavia l’aliquota massima a 50 mila euro non fotografa la ricchezza degli italiani, semmai punisce i lavoratori dipendenti che hanno ben meritato. Vedremo se ora il governo manterrà la promessa di limitare la tassazione sugli aumenti di stipendio, in modo da consentire ai datori di lavoro di premiare i meritevoli senza dissanguarsi.