A cavallo del progresso/ Una riflessione su come il nuovo risolve problemi e ne apre altri

Con l’avvento dell’auto a motore, la popolazione equina negli Stati Uniti è collassata dai ventisei milioni del 1915 ai circa tre milioni del 1960. Da allora, però, si è più che triplicata e oggi vivono negli Stati Uniti più di dieci milioni di cavalli, e più di 58 milioni nel mondo.

A metà dell’Ottocento nella città di New York i tram trainati da cavalli trasportavano già oltre 130mila persone al giorno. Ogni mezzo impiegava non meno di undici cavalli (numero poi drasticamente ridotto grazie al miglioramento tecnologico di strade e tram, anche se il totale non subì sostanziali flessioni a causa dell’aumento delle linee): questo implicava la necessità di disporre di decine di migliaia di cavalli da traino. Nel 1880 a New York si contavano non meno di 150mila cavalli.

Una rivoluzione nel mondo del trasporto per quei tempi, una grande comodità per l’utenza, ma non senza problemi.

Per nutrire l’enorme “sistema propulsivo” si richiedevano grandi distese di terreno da adibire alla coltivazione di foraggio e avena, il tutto senza incidere sull’approvvigionamento di cibo per la popolazione. Una necessità, questa, che spinse a disboscare vaste aree di territorio al fine di trovare terreni su cui coltivare il “carburante” per questi nuovi mezzi di locomozione.

Alimentare centocinquantamila cavalli al giorno significava anche produrre enormi quantità di escrementi.

Tenendo conto che un cavallo da traino produce giornalmente tra i cinque e i dieci chili di escrementi solidi più alcuni litri di urina, un semplice calcolo può dare le dimensioni del problema. Le soluzioni erano varie e differenti da città a città. Disseminate per tutta l’area urbana vi erano apposite zone dove accumulare temporaneamente il letame.

Tuttavia, com’è facile immaginare, queste aree raccoglievano volumi considerevoli di sterco e l’odore era tutt’altro che gradevole, creando malcontento fra la popolazione che risiedeva nelle vicinanze.

La pulizia delle strade non era così perfetta, e quindi nel tempo si depositava uno strato più o meno consistente di escrementi sul piano stradale. A complicare la situazione c’era l’urina, difficile da raccogliere o gestire, che contribuiva a rendere maleodoranti le strade della città.

Un problema molto sentito, tanto che nel 1894 il Times di Londra azzardò una previsione. Londra nel giro di cinquant’anni sarebbe stata sommersa da tre metri di escrementi mentre a New York il livello valutato era molto più preoccupante facendo raggiungere, almeno sulla Quinta Strada, il terzo piano dei palazzi!

Inoltre, gli incidenti non erano poi così rari e capitava che alcuni animali dovessero essere abbattuti e spesso lasciati per un certo tempo a lato delle strade. Ciò costrinse le autorità di molte città a istituire un servizio di rimozione delle carcasse. Un problema molto sentito se si considera che in un solo anno intorno al 1870 nelle sole strade di New York vennero rimossi oltre quindici mila cavalli morti.

Problemi su problemi, quindi, si andavano a sommare a quelli finora citati.

Le strade coperte di letame, già maleodoranti, divenivano acquitrini scivolosi per i pedoni in caso di pioggia. In molte città si sviluppò un nuovo insolito lavoro, i cosiddetti “crossing sweeper”, spazzini improvvisati che per una mancia pulivano il tratto di strada che consentiva l’attraversamento in relativa sicurezza, senza così imbrattare di letame e urine le scarpe e i vestiti dei cittadini.

C’erano poi gli incidenti stradali, in costante aumento. Agli inizi del ventesimo secolo si contavano a New York 200 morti investiti più alcune migliaia di feriti. C’è chi ha fatto dei calcoli, tenendo conto dell’incremento della popolazione, dell’aumento del traffico e a cento anni di distanza ha valutato che il tasso di incidenti all’epoca era il settantacinque per cento maggiore che non agli inizi del ventunesimo secolo.

Oltre al problema della sicurezza stradale vi erano le malattie infettive, le mosche e la maleodorante atmosfera. La pessima situazione sanitaria avrebbe, secondo una stima, portato alla morte non meno di ventimila persone all’anno nella sola New York: nonostante le campagne di disinfestazione, tifo e altre malattie continuavano a falcidiare la popolazione. L’unica soluzione al problema sanitario era l’eliminazione dei cavalli, cosa che generava timori sulla tenuta dell’economia e dell’occupazione.

L’elettrificazione delle città per l’illuminazione portò rapidamente all’introduzione di tram elettrici e con l’affermarsi dei motori a scoppio le città cominciarono a riempirsi di automobili. Nuovi problemi e nuovi pericoli si sono sostituiti a quelli precedenti ma ciò che pareva impossibile da sostituire (il cavallo e i tanti relativi problemi) è stato superato dalle nuove tecnologie (elettrificazione e automobili).

L’avanzamento tecnologico ci propone soluzioni inimmaginabili in precedenza. Sta a noi decidere come utilizzarle, se abusarne o sfruttarle in modo consapevole.

Il progresso tecnologico è sempre un’arma a doppio taglio e occorre una buona dose di consapevolezza nonché una sorta di “regolazione morale” per evitare, o almeno mitigare, le derive e gli usi impropri.

Sì alle nuove tecnologie, ma con consapevolezza e rigore morale.

Se oggi l’avanzamento tecnologico sembra sorprenderci positivamente per velocità e pervasività, sulle ultime due questioni appena sopra richiamate c’è ancora tanto da fare.