Beppe Provenzano & Giuseppi campo largo campa cavallo

Giusto perchè ho visto la firma di Giovanna Vitale, su Repubblica mi prendo la briga di leggere l’analisi dell’ultimo maoista del pd, Beppe Provenzano, che fornisce la linea dopo le amministrative, che è poi quella del Conte 2 la vendetta. E cioè quella di Zingaretti, Bettini, Boccia, Bersani…

“Essere la prima forza del Paese ci impone di mettere in campo un’offerta in grado di intercettare la domanda di giustizia sociale, ambientale e di diritti che solo un Pd largo, aperto alle forze civiche può realizzare. Insistendo anche nel difficile lavoro di ricucitura con le altre forze politiche. Non pensiamo di sostituire un partito con un altro sulla base di risultati locali, ma chiediamo a tutti di unirsi in un progetto progressista, democratico e riformista sulla base di valori comuni. Dobbiamo rispondere al lavoro povero con il salario minimo, all’ansia delle nuove generazioni che chiedono di approvare la legge sulla cittadinanza e il ddl Zan. Con la destra tutto questo non si può fare. È la ragione per la quale noi le larghe intese non le faremo più”.

Guardiamo in Francia. L’autore del Capitale nel XXI secolo, Piketty, torna sulle scene in grande spolvero, al fianco di Jean-Luc Mélenchon, per una “trasformazione sociale ed ecologica”. La ricetta è sempre la stessa: spesa pubblica, salario minimo e sovvenzioni a pioggia. La ricetta della sinistra marxista è identica dappertutto, la spiegherò tra poco.  “Campo largo” in politichese definisce la linea di proseguire con Giuseppi, Casalino & Dibba, ai quali aggiungere le forze civiche che non so chi siano (le sardine?), ma nello stesso tempo ricucire Conte con il centro di Renzi Calenda e Bonino. Ne uscirebbe un progetto riformista dove c’è dentro il salario minimo, la legge sulla cittadinanza e  il ddl Zan. Io la chiamavo politica del fritto misto, ma oggi la definisco la politica dell’elicottero.

Infatti, la situazione politica, prima delle vacanze estive, si può, dal mio punto di vista liberal (non maoista), riassumere così. Cominciamo dal riformismo. Chi è per davvero riformista ha i piedi per terra e quindi sa bene che una politica economica consistente in elicotteri che volano sui cieli d’Italia buttando giù banconote di 500 euro, non è una politica che ci possiamo permettere anche se il prezzo di gas, benzina, e generi alimentari è fuori controllo e l’inflazione ha ripreso a correre. Questa politica con gli elicotteri è quella che propongono la destra i grillini e la sinistra estremista. E’ una politica che tutti i riformisti, a cominciare da Draghi, non possono considerare nè saggia nè praticabile, e quindi il pd, Letta o chi per lui, dovrebbero stare con Draghi lottando contro i Travaglio e i grillini che vogliono farlo fuori appunto proponendo di riempire gli elicotteri di soldi e farli alzare nei cieli. La linea Travaglio/Conte è la seguente (prendete nota per i posteri): “In sofferenza perché stiamo nel governo Draghi”. Travaglio: “Draghi sta dissanguando i partiti che lo appoggiano, è come l’Avis”. Se stessero fuori pro-porrebbero gli elicotteri, se stanno dentro, Draghi appena dicono “eli” li spernacchia.

Un campo largo per elargire a pioggia sussidi a tutti non è una politica riformista ma, per usare un vecchio linguaggio, è avventurista, e possono pensarla soltanto quelli che amano allo stesso tempo Putin e Trump, cioè Conte, Salvini, Dibba e tutti i loro giornalisti ispiratori ( i maitres à penser del populismo).

Cosa sia il campo largo lo ha spiegato bene Calenda:  «Per me il campo largo non è mai esistito. Il Pd non ha mai voluto un’interlocuzione con me: arrivano, dicono “questo è il candidato, ci sono anche i Cinque stelle, se ti va bene ok, sennò ti attacchi”. Così non si va da nessuna parte. Non vogliamo fare l’ago della bilancia ma il perno di una coalizione senza populisti e sovranisti. L’unica è andare avanti con un Draghi-bis in un governo di larga coalizione. Se noi prendiamo dal 10% in su questa cosa avverrà».