Bonus edilizi, Report e Aldo Grasso

A Report (30/5/22) hanno fatto sentire una registrazione in cui un imprenditore a proposito del Bonus 110% di Conte dice ad un amico: “Certo che questo Stato vuole essere davvero incu…”. Si riferiva ad una misura che ha consentito, per fare un solo esempio,a due fratelli di San Severo (FG) di movimentare 1 miliardo (miliardo, non milione) di euro attraverso una serie di società create con prestanomi.

La Cgia di Mestre ha fatto i conti.  Ex bonus Renzi, ma anche Superbonus 110% e vari bonus edilizi. Quelli principali e ancora vigenti sono poco più una quarantina e in questo ultimo triennio (2020-2022) si stima che costeranno allo Stato almeno 113 miliardi di euro (per la precisione 112,7). Sono i bonus introdotti in buona parte dagli ultimi due esecutivi per fronteggiare gli effetti economici negativi provocati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina ad alcuni comparti produttivi, alle famiglie, ai lavoratori dipendenti e agli autonomi. L’analisi è stata effettuata dall’Ufficio studi della Cgia.

Il più costoso per le casse pubbliche, calcola l’associazione mestrina, è l’ex bonus Renzi: nel triennio 2020-2022 l’importo speso ammonterà a 28,3 miliardi di euro. Introdotto nel 2014, dal 2020 il Governo Conte II ha innalzato questa misura a 100 euro. Compenso che veniva erogato mensilmente nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con un livello di reddito che negli anni è oscillato attorno ai 28 mila euro. Da marzo di quest’anno l’entità della misura versata ai lavoratori dipendenti scende drasticamente , anche se viene compensata dai meccanismi di revisione introdotti con la riforma dell’Irpef che, comunque, non penalizzano economicamente i lavoratori. Un bonus, quello Renzi, che è servito ad appesantire le buste paga degli italiani, con l’obbiettivo di dare un impulso ai consumi delle famiglie.

Altrettanto dispendiosi sono stati anche i bonus edilizi. Secondo l’Agenzia delle Entrate, ricorda la Cgia, tra inizio 2020 e la fine del 2021 sono costati alle casse dello Stato poco meno di 25 miliardi di euro. Ancorché compensato almeno in parte con l’aumento della tassazione sugli extraprofitti maturati dalle aziende del settore energetico, ammonta invece a 22 miliardi di euro il costo complessivo del bonus sociale che, introdotto nella seconda metà del 2021 e prorogato/rafforzato più volte anche in questa prima parte del 2022, viene utilizzato per calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas, in particolar modo, alle famiglie a basso reddito e alle imprese energivore. Altrettanto oneroso è stato il costo per la collettività del super ecobonus 110%; entrato in vigore nel luglio del 2020 per incentivare la riqualificazione energetica del nostro patrimonio abitativo, al 31 marzo di quest’anno al bilancio pubblico è costato, secondo l’Enea, 21,1 miliardi di euro.

Dei circa 113 miliardi di euro di oneri in capo allo Stato stimati dalla Cgia, ben 46 miliardi sono ascrivibili ai bonus che ruotano attorno al comparto dell’edilizia. Secondo l’Agenzia delle Entrate, infatti, nel biennio 2020-2021 l’importo delle cessioni del credito e degli sconti in fattura ammontava a 13,6 miliardi di euro per il bonus facciate; 5,5 miliardi di euro per l’eco-bonus; 4,9 miliardi di euro per la ristrutturazione; 0,9 miliardi di euro per il sismabonus; 0,01 miliardi di euro per le colonnine di ricarica.

A questi importi che, complessivamente, totalizzano 24,9 miliardi, dobbiamo aggiungere anche le detrazioni maturate per i lavori edilizi terminati che si sono avvalsi del super ecobonus 110%. Secondo i dati dell’Enea, al 30 aprile 2022 l’onere a carico dello Stato era di 21,1 miliardi di euro.

(ALDO GRASSO-I RIMBORSI DEL SUPERBONUS E REPORT) Il ministro dell’economia Daniele Franco ha definito le frodi generate dai bonus edilizi concessi dallo Stato «una delle più grandi truffe della storia della Repubblica». Finora la Guardia di Finanza ha scoperto 4,4 miliardi di euro di crediti fittizi derivanti da lavori mai effettuati da imprese di costruzioni. Se il Superbonus è una delle più grandi truffe della storia italiana, giusto che «Report» di Sigfrido Ranucci (vicedirettore di Rai3 dal giugno 2020) indaghi, giusto che l’inchiesta sia affidata a uno dei suoi reporter più tignosi, Luca Bertazzoni (Rai3). Il Superbonus 110% era stato introdotto nel 2020 dal secondo governo Conte, sostenuto dal Pd e dal M5S: prevedeva che lo Stato rimborsasse, e anzi corrispondesse un sovrapprezzo del 10%, a una fascia molto ampia di lavori di ristrutturazione degli edifici residenziali. Una misura che oggi appare sconsiderata: per la casse dello Stato, per i benefici limitati in termini di transizione ecologica, per il proliferare di piccole aziende edili spesso improvvisate, per l’aumento esponenziale dei materiali, per i rischi sulla sicurezza del lavoro. Il centro delle città è tutto un immondo cantiere.

Inchiesta accurata, cui mancava soltanto il sigillo del «metodo Report». Chi intervistare per capire meglio questo provvedimento così mal scritto e così pernicioso? Ovviamente l’ex premier Giuseppe Conte che con il suo linguaggio di plastica riesce sempre a dire tutto e il contrario di tutto, a confondersi e a confonderci. Apparentemente sembra che Bertazzoni lo metta di fronte alle sue responsabilità, in realtà gli offre tutto l’agio possibile per difendersi e sostenere le sue idee: bisogna distinguere il Superbonus dagli altri bonus, le truffe sono limitate e così via. Invece di pensare a riforme strutturali si pensava ai bonus, cioè ai malus. (Incubo notturno: Conte ancora premier a colloquio con Travaglio. Che angoscia!).