Breaking Bad e Better Call Saul capolavori delle serie tv

Better Call Saul è tra le serie drammatiche la mia preferita ma devo aggiungere che dopo Breaking Bad sono affascinato dagli autori Vince Gilligan e Peter Gould, sia per come scrivono che  per come sanno dirigere. Poi sono affascinato da Albuquerque e dagli spazi del New Mexico, dalla fotografia, i colori, il deserto.

 Better Call Saul ha ridefinito il modo di scrivere uno spinoff ( serie il cui protagonista appariva in precedenza come personaggio secondario in un’altra serie), è riuscito ad arricchire la serie madre e, al contempo, ha lanciato alcuni personaggi (e attori) di una profondità inarrivabile, tridimensionali come si usa dire. 

Il mondo di Vince Gilligan (1967, Richmond, Usa) e Peter Gould (New York) è rappresentato dalla meravigliosa serie tv  in 5 stagioni (dal 2008) Breaking Bad (e dal film El Camino, nel 2019) dalla quale è stato preso un personaggio secondario, l’avv. Saul Goodman, per farlo diventare il protagonista di Better Call Saul. Saul ha un prima e un dopo, in realtà all’anagrafe si chiama Jimmy McGill ma poi diventerà anche Gene Takovic, l’uomo stempiato e con i baffi che lavora in un’anonima tavola calda all’interno di un altrettanto anonimo centro commerciale.

Introdotto nell’episodio numero 8 della seconda stagione di Breaking Bad (intitolato proprio Better Call Saul), l’avvocato Saul Goodman sembrava uno dei personaggi stravaganti e buffi che ritroviamo in molte serie per alleggerire il contorno. Cravatte e camicie dai colori sgargianti, ciuffo tinto, una maschera tragicomica in piena regola. Solo che quell’uomo all’apparenza buffo è anche totalmente corrotto e senza scrupoli, addirittura non si fa problemi a proporre l’omicidio per abbattere gli ostacoli.

Essendo BCS il prequel di BB, molti abbiamo pensato che il primo finisse dove il secondo inizia, magari sovrapponendosi negli ultimi episodi. Invece no, nella serie madre il primo episodio iniziava con Walter White (Bryan Cranston) che compie il suo 50esimo compleanno nel 2008. Saul Goodman (Bob Odenkirk) e la sua BCS inizia nel 2002 e arriva al 2004. Perciò i due show sono distaccati di ben quattro anni. Le due serie hanno in comune un incredibile simbolismo, oltre che il meraviglioso attore protagonista, Bob Odenkirk.

Cominciamo a parlare della messinscena. Fin dal primissimo episodio, la 6^ stagione di Better Call Saul (sta andando in onda in questi giorni) ci parla per dettagli, immagini, minuscoli oggetti messi a fuoco nel mezzo di un contesto non meglio identificato. Gilligan e Gould costruiscono le loro storie come una grande partita a scacchi in cui i contendenti sono impegnati. Seguono le mosse di ciascuno privilegiando i silenzi e la descrizione. In certe puntate sembra non succeda nulla ma, appunto, è come certe mosse sulla scacchiera,  capirai solo successivamente cosa preparano. Alla fine arriva improvviso e imprevisto lo scacco matto.

FLASHFORWARD La 3^ puntata della VI stagione comincia con una lunga inquadratura e poi vediamo una pianta blu, cresciuta incredibilmente in mezzo al deserto, così luminosa e sgargiante in mezzo ad altri fiori ormai morti. Poco distante, mentre piove, un pezzo di vetro. Si tratta di un flashforward (anticipazione di fatti che avverranno in futuro) al finale dell’episodio, simboleggiando la morte che ormai si avvicinava a Nacho Vargas. Il finale dell’episodio infatti mostra Nacho che si libera delle corde con quel pezzo di vetro e dopo aver rubato la pistola di Juan Bolsa, ormai senza via di uscita, si spara alla testa. Il fiore, ovviamente, rappresenta il suo trapasso, ma in un modo molto più filosofico e religioso di quanto si possa credere.

I SILENZI L’uso dei dettagli è sempre quasi commovente. Poi sono soprattutto i caratteri umani ad emergere da questa storia di sangue e vendetta, di lotta per il potere. E’ un mondo in cui le introspezioni dei singoli personaggi danno più valore all’insieme, in cui i dettagli e i silenzi valgono quanto i dialoghi. C’è una puntata diretta da Gilligan in cui la metà del tempo è senza dialoghi, solo cinema e musica. In BCS, come accade nella miglior scrittura televisiva (I Soprano e Mad Men, per fare due esempi), sembra sempre che non stia accadendo nulla, mentre invece accade tutto. Il silenzio qui non è un tempo morto, ma una diversa forma di dialogo: in ogni sguardo di Saul/Jimmy McGill (il suo vero nome) c’è tutto quello che possiamo immaginare e anche di più. Qualcosa che anche il migliore dei dialoghi non potrebbe eguagliare.
La messinscena è attiva e creativa, chè anche dopo anni non si accontenta dell’ordinario, ma guarda sempre con curiosità al materiale narrativo che ha tra le mani per valorizzarlo al meglio.

BCS Il prequel, ambientato ad Albuquerque sei anni prima della serie madre, ci presenta Goodman che fa l’avvocato con il suo vero nome di battesimo Jimmy McGill impegnato in una serie di casi minori con i quali a malapena sbarca il lunario in attesa della grande occasione. Il cast di contorno include il fratello di Jimmy, l’avvocato affermato Chuck (Michael McKean), Raymond Cruz nei panni di Tuco Salamanca, vecchia conoscenza dei fan di Breaking Bad, e Jonathan Banks in quelli di Mike Ehrmantraut, finora visto solo come custode del tribunale con una faida aperta con Jimmy a suon di ticket per il parcheggio. Questi tre sono gli unici personaggi di Breaking Bad ad apparire, ed è una mossa saggia: Gilligan e il co-creatore Peter Gould hanno messo in piedi una serie capace di reggersi con le proprie gambe e di azzeccare la stessa impalpabile alchimia di tragedia e commedia che rendeva unica Breaking Bad

WALTER WHITE Nessuno poteva immaginare che Walter White (il grande Bryan Cranston), protagonista di Breaking Bad, potesse trovare un competitor all’altezza.  Professore di chimica di giorno e signore della droga di notte, Walter si ricongiunge con Saul per cui  le icone televisive diventano due. Dentro a un camper parcheggiato in mezzo al deserto, o in un laboratorio sotterraneo, Wlater è diventato un’icona pop. Battute come “I am the one who knocks” sono entrate nel linguaggio comune. Non ci sono dubbi: la serie creata da Vince Gilligan è una delle più importanti e amate di sempre.

UN UOMO DANNEGGIATO Eppure qualcuno la sta superando. Riccardo Staglianò, su La Repubblica,  ha definito Jimmy/Saul (Bob Odenkirk) un uomo danneggiato: “che, durante tutto il suo arco narrativo, fa di tutto per essere visto, riconosciuto e infine amato dalle persone cui tiene di più: il fratello, avvocato di successo e la moglie, legale di grandi società mentre lui è rimasto a tutti gli effetti un ambulance chaser, un ‘parafangaro’ che arriva come un avvoltoio sul luogo di qualche incidente e non ha problemi a mettere la sua faccia su un enorme cartellone pubblicitario, con quel nomignolo assurdo che lo renderà popolare ma mai rispettato”.

JIMMY MC GILL è fondamentalmente una persona che ha ottime relazioni con tutti e dotato di buon cuore, ma sebbene dotato di buone capacità è per natura propenso alla slealtà, alla scorrettezza e all’aggiramento delle regole, soprattutto quelle morali: è sempre pronto all’inganno, anche se a fin di bene, per raggiungere i suoi scopi. Jimmy è un gran lavoratore, ma la sua peculiarità è l’inventiva: per i propri interessi (o quelli di coloro che gli stanno a cuore) usa spesso metodi poco ortodossi che, seppur efficaci, spesso sfociano nell’illegalità e hanno conseguenze su di lui e su chi gli sta intorno.

Secondo figlio di Charles McGill Sr. e Ruth McGill, Jimmy McGill è un avvocato penalista di origine irlandese, fratello minore del più autorevole e famoso avvocato Charles “Chuck” McGill Jr. In seguito a varie peripezie, Jimmy decide di esercitare la professione forense sotto lo pseudonimo di Saul Goodman, sia perché teme che col vero nome sarebbe sempre considerato il fratello perdente di Chuck McGill, sia perché ha un trascorso nella vendita di cellulari usa-e-getta e i suoi discutibili clienti lo conoscono ormai come Saul Goodman, un gioco di parole derivato da “It’s all good, man”. Egli è principalmente noto ad Albuquerque per gli spot televisivi in cui egli stesso fa da protagonista, attraverso il suo slogan Better Call Saul!

Il modo di presentarsi ai suoi nuovi clienti è del tutto fuori norma, ma nonostante ciò Saul riesce sempre a trattenere per le trattative ogni tipo di cliente senza alcun problema.

GENE TAKOVIC Le stagioni precedenti la 6^ iniziavano tutte con qualche sequenza in bianco e nero dove Saul compariva come Gene Takovic. Takovic, un Saul stempiato e con i baffi, lavora in un’anonima tavola calda all’interno di un altrettanto anonimo centro commerciale. A casa, poi, in solitudine, guarda nostalgicamente una videocassetta di cui si sente solo il sonoro, ma si capisce che si tratta di Saul al colmo della sua energia e della capacità affabulatoria. Ora è triste, silenzioso, sospettoso. L’ultima volta che lo incontriamo è stato appena scoperto, prima che ne perdiamo le tracce. Tornerà?

Se c’è un tratto distintivo di questo spin-off è l’ambiguità dei suoi personaggi: Walter White ha giocato molto sul fatto di essere una persona rispettabile che si è fatta sedurre dal Lato Oscuro. Saul Goodman e soci non sono mai stati brave persone al cento per cento: in Better Call Saul non sai mai cosa stia realmente pensando un personaggio. E quali siano le sue reali motivazioni. Una buona azione viene annullata da una cattiva e spesso si fanno scelte incoerenti, perché dettate da un’emotività irrazionale. Laddove Walter è diventato quasi un supereroe, Saul e soci sono umanissimi in tutti i loro difetti e contraddizioni.

KIM Eppure c’è un altro personaggio che è ancora più forte di tutti. Se Better Call Saul sta superando Breaking Bad, forse lei sta superando lo stesso Saul: Kim Wexler è uno dei personaggi migliori della saga, uno dei personaggi più belli e complessi mai visti in una serie tv. Creata appositamente per lo spin-off, all’inizio è semplicemente una collega di Jimmy, per cui l’uomo prova una forte attrazione. Da semplice interesse amoroso del protagonista, Kim in cinque stagioni ha avuto un’evoluzione incredibile, degno di una tragedia greca. All’inizio sembrava l’agnello sacrificale, il simbolo della perdita dell’innocenza di Jimmy McGill, e invece ora ha un potenziale enorme. Potrebbe davvero morire malissimo, potrebbe invece allontanarsi da Jimmy, rendendosi conto che si è avvicinata troppo al fuoco, Vince Gilligan e Peter Gould ci hanno abituato a non fare la scelta più scontata. Una cosa però è sicura: Rhea Seehorn, prima della serie AMC principalmente interprete teatrale, è un’attrice straordinaria.

Se Better Call Saul era iniziata come la parabola su come un uomo losco ma in definitiva simpatico poteva trasformarsi in un cattivissimo criminale/avvocato, a un certo punto era diventata la storia di come era riuscito a trascinare in questo processo anche l’amore della sua vita, Kim Wexler. Dopo gli sviluppi delle ultime stagioni, in questi nuovi episodi diventa ancora più chiaro quanto Kim sia intenzionata a portare avanti la sua natura di imbrogliona. 

Ecco i personaggi principali di BETTER CALL SAUL e chi interpretano:

  • James McGill/Saul Goodman interpretato da Bob Odenkirk
  • Mike Ehrmantraut interpretato da Jonathan Banks
  • Kimberly Wexler interpretata da Rhea Seehorn
  • Howard Hamlin interpretato da Patrick Fabian
  • Ignacio Varga interpretato da Michael Mando
  • Charles Lindbergh McGill interpretato da Giancarlo Esposito
  • Eduardo Salamanca interpretato da Tony Dalton