Se vogliono le Procure anche l’inquinamento del mare si risolve

Da decenni, cominciai sul mensile Radio Lamezia, sto formulando una ipotesi che tenta di spiegare i “problemi irrisolvibili” della Calabria. Uno di questi è il crescente “inquinamento marino” per affrontare il quale a volte sembra che ci manchi un Alan Turing, il geniale matematico inglese che decifrò i codici inviati dai nazisti attraverso l’apparecchio Enigma. Un altro è il nostro campo profughi in centro città, l’insediamento rom di Lamezia, problema che ci tormenta da diversi decenni, così come l’evasione fiscale e l’incapacità delle amministrazioni pubbliche di pagare i fornitori in tempi decenti sono problematiche calabresi e  nazionali.

Voglio dire che ci sono una serie di “problemi” creati da vari enigmisti  per i quali non si sa a quale santo votarsi. La politica se li rimpalla, la pubblica amministrazione se ne frega, e andiamo avanti così ormai fatalisti. Essere italiano significa essere rassegnato a convivere con la mafia e con gli Enigmi. Ma torniamo all’inquinamento marino, alle famose chiazze che osserviamo ogni estate al mare, alle famose strisce  sporche di passaggio alla stessa ora ogni giorno. Enigma. O mistero, rompicapo, indovinello, astrusità.

Ora il gruppo “Uniti per il Golfo di S. Eufemia” ha fatto un comunicato dove dice testualmente: “A distanza di poco meno di una settimana dal sit-in” Salviamo il mare” da noi organizzato, giunge la notizia di un’altra importante operazione (che segue le attività già svolte nelle province di Catanzaro e Vibo), condotta dalla Legione Carabinieri Calabria, guidata dal Generale di Brigata, Pietro Francesco Salsano, con il coordinamento della Procura di Reggio Calabria. Uniti per il golfo di S. Eufemia non può esimersi dal salutare con parole di grande apprezzamento quanto finora svolto dalle forze dell’ordine. Si assiste ad un cambio di rotta per quanto riguarda la problematica dell’inquinamento del mare,  finalmente  dopo anni di assoluta indifferenza da parte di tutti coloro che dovevano negli anni scorsi, provvedere alla tutela di un bene prezioso, quale è il mare, e sento di non risparmiare nessuno delle Istituzioni, si è capito che non ci si può più girare dall’altra parte. Ma si doveva aspettare di arrivare a queste vergognose ( e forse non sanabili del tutto ), manifestazioni di inquinamento? (…)

“Si può, oggi, finalmente sperare che qualcosa cambi? Si può pensare che finalmente la politica si allinei alle attività svolte dalle Procure, dai Carabinieri, utilizzando le risorse a disposizione ? Si può sperare che tutti i sindaci dei paesi costieri e dell’entroterra, responsabili della salute pubblica delle loro comunità, finalmente attenzionino ciò che accade nelle loro realtà?

La mia semplice domanda è: ma le Procure dovevano aspettare tutti questi anni per agire? L’obbligatorietà dell’azione penale in Italia, è noto, è una finzione, non funziona: dovendo operare per ogni notizia criminis, c’è l’alibi pronto per non fare nulla dovendo fare tutto. Io preferirei che ogni anno si scegliessero i crimini più allarmanti e si procedesse con una corsia preferenziale innanzitutto per arginarli.