Da una parte il Pd, dall’altra Conte e il PNI rossobruno (partito neutralista italiano)

Nell’incontro con la von der Leyen che cosa ha chiesto Xi Jinping all’Europa? Che si  allontani dagli Stati Uniti. Ecco il discrimine che c’è oggi nella politica mondiale: chi sta con gli Usa e l’Europa, e chi sta con Mosca e la Cina. Tertium non datur.  Ciò detto veniamo al nostro cortile. Adesso ci siamo davvero, i destini del Pd e del M5S si separano perchè il populismo, che è una componente emotiva irrazionale pre e post politica, spacca definitivamente il “campo largo” che da Bersani a Letta è l’unica fissazione sulla quale la sinistra di questo paese si muove dagli anni ottanta ad oggi, cambiandogli spesso nome (una volta parlavano di “programma comune della sinistra”, poi di “Ulivo” ma è sempre la stessa roba che intende sommare pere con zucchine e cetrioli).

“La vicenda del Donbass è stata in questi anni il più grande laboratorio del fenomeno rossobruno, cioè la convergenza ideologica di pezzi d’estrema destra ed estrema sinistra o, talvolta, la fusione delle due tendenze in un unico soggetto: formazioni nazional-comuniste o sovraniste, gruppi piccoli ma anche rapporti e contaminazioni con la politica che qualcuno definirebbe mainstream, in particolare Lega e M5S, e pezzi di Fratelli d’Italia, che oggi condividono il tifo per il Donbass russo e l’apologia della invasione russa, dopo aver sperimentato le prime convergenze sulla Siria e il sostegno ad Assad” (stefano cappellini).

Il bipopulismo accomuna estrema destra e sinistra, in altre parole gli estremisti di tutti i colori, dai nazisti ai comunisti e anarchici, cioè tutti quelli che non hanno ancora rinunciato all’insurrezione delle masse popolari considerando la democrazia rappresentativa un regime da abbattere. Attualmente solo l’8,4% della popolazione mondiale vive in democrazie complete. Più di un terzo della popolazione vive sotto un regime autoritario. Via via la storia offre occasioni e appuntamenti ma ogni volta l’estremista si dice: ecco, ci siamo, l’ora x sta per scattare.

SOLDI BUTTATI DAL CIELO Oggi, per esempio, tutti gli estremisti di questo nostro paese, compreso il dandy con la pochette, Giuseppi (detto El Cid dalla mala figura) pensano che vincere le prossime elezioni sarà facile, basta sintonizzare la radio sugli umori della gggente. Provato da una pandemia  che non ci lascerà più, “er popolo sovrano” vuole essere lasciato in pace e vuole qualcuno che gli dica: ogni santo giorno i nostri aerei si alzeranno in volo e lanceranno milioni di milioni in banconote di 500 euro al popolo che è affamato dall’inflazione, dall’aumento della luce, del gas, dei prezzi di tutti i beni. Il rimedio dei soldi buttati dal cielo in questo momento è l’idea brillante che accomuna tutti gli estremisti di destra e sinistra, che vanno da Travaglio/Santoro a Salvini e Di Battista (per capirli è utile leggere Carl Schmitt sull’irrazionalità delle scelte politiche) .

Giuseppe Conte è in piena fase bertinottiana, proteso a dare una verniciata radicale al suo Movimento Cinque Stelle bisognoso più che mai di un qualche propellente. Ce lo ricordiamo, Fausto Bertinotti, no? Orgoglioso difensore delle caratteristiche estremiste della sua Rifondazione comunista, fece sempre più fatica a stare a fianco dei riformisti sia durante il primo che durante il secondo governo Prodi, e anzi il primo – 1996-98 – cadde proprio per iniziativa del Prc” (mario lavia).

Giuseppe Conte (Allonsàfan “via dal Palazzo, torniamo per strada”) ha deciso di correre da solo alle prossime elezioni  («non siamo la succursale del Partito democratico»),  “la frase è il sintomo di una crescente distanza politica dal Nazareno che d’altronde è palesemente esplosa sulla vicenda dell’aumento delle spese militari con Conte che per la prima volta ha minacciato la rottura sulla politica di difesa e lo ha fatto con toni populisti sì ma anche sociali: il ragionamento molto elementare è stato infatti dire no all’aumento per il «riarmo» con la gente oberata dal caro-bollette, più o meno il discorso che fanno i ventenni che stanno occupando la facoltà di Lettere all’Università di Roma, il che per un ex presidente del Consiglio non è proprio il massimo dei paragoni.

Seguendo le indicazioni di Marco Travaglio, direttore sempre più avanguardista di un giornale che ormai assomiglia a Stella Rossa degli anni Settanta, Conte sta cercando di costruire il Partito neutralista italiano (PNI) pescando nel vasto mondo del pacifismo nelle sue gradazioni più estremiste, non sapremmo dire se fino a lambire le zone rosse apertamente schierate con Vladimir Putin”.

E tenendo conto che da secoli la sinistra radicale non riesce a dare una convincente forma politica e parlamentare al ribollire dell’estremismo, e questo (anche) perché non ha un contenitore e non ha un capo, l’avvocato del popolo può essere indotto a ritenere che ci sia dunque lì uno spazio vitale per un M5s che negli anni ha dovuto soccombere rispetto alla prova del governo.

L’ex «punto di riferimento fortissimo dei progressisti», secondo l’infausta formula che Nicola Zingaretti non riuscirà mai a cancellare dal suo curriculum, naturalmente tutto può fare tranne che il Masaniello di sinistra e i grillini non possono colorarsi di rosso, essendo loro nati cresciuti e pasciuti senza fare più distinzione tra destra e sinistra, potendosi alleare con Salvini e poi con il Pd e poi con Draghi come se niente fosse.  Ma il PNI (partito neutralista italiano) è l’ultima deriva, conseguenza e manifestazione del bipopulismo. Tutti quelli che, da destra e sinistra, hanno combattuto la globalizzazione e visto in Putin il leader che riproponeva una politica basata sull’identità tra politica e territorio, oggi fanno parte del PNI.

IL PROBLEMA NON E’ PUTIN MA LA GUERRA ? Chi ha ascoltato a Piazzapulita Michele Santoro, padre del travaglismo, mentre teorizzava che il problema non è Putin ma «la guerra» (con una distinzione comica e davvero priva di senso comune) ha potuto verificare la contiguità fra un certo pacifismo di sinistra e il nuovo corso dell’avvocato Conte.

IL PNI ACCOGLIE NAZISTI E COMUNISTI Forse quelle di questi giorni sono solo «provocazioni», come dicono al Nazareno, forse invece è una strategia, una follia lucida per evitare una bancarotta storica. Il dramma è che l’estrema sinistra italiana, da anni senza rappresentanza in parlamento, vede nel PNI e nella politica dei soldi dal cielo l’unica strategia per ottenere voti. E’  lo stesso identico progetto di Giuseppi per cui come sempre è il pd che deve scegliere. Accodarsi alle truppe di Travaglio ma sapendo che stavolta la politica dei soldi dal cielo è condivisa anche dai nazisti oppure stare con Draghi e con tutti coloro i quali vogliono risolvere seriamente i problemi italiani con una precisa scelta di campo: stando con gli Usa, con la Nato, con l’UE.

Da una parte, dunque, il PNI (il bipopulismo italiano dai nazisti ai comunisti), dall’altra i riformisti. Una legge proporzionale a questo punto, se Conte intende gareggiare da solo, potrebbe essere accettata da tutti. Basterebbe convincere solo Salvini.

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