Lo troviamo qualcuno che ci dica “come” fare per la sanità calabrese? Cosa occorre lo sappiamo

Della sanità calabrese e dei suoi problemi ne so quanto un cittadino qualsiasi. So soltanto che il sistema è così pieno di debiti da non riuscire neppure a definirne l’entità e che adesso tutto è nella mani di Occhiuto, niente più commissari straordinari. Ciò detto, quando trovo un articolo serio tento di informarmi. Che si può fare? è la domanda che tutti ci facciamo. Attirato dal titolo “La Regione non ha un progetto moderno di investimento del Pnrr”, comincio a leggere (in neretto sottolineo le frasi fatte):

«Rischiamo uno sterile ritorno al passato. I segnali che arrivano dalla Regione – spiega un dottore – sono fonte di grande preoccupazione. Nei piani regionali leggiamo del recupero di ex strutture (art.20) già fallite 20 anni fa e che rischiano di fare la stessa fine oggi, in assenza di una seria riorganizzazione dei servizi già esistenti e di un progetto complessivo che parta intanto dalla realtà e dall’ascolto dei protagonisti della sanità del territorio».
«Si paventa la riapertura dei piccoli ospedali, ancora una volta con una impostazione populista, invece di dire, con onestà, che queste strutture vanno riconvertite, altrimenti rappresentano un pericolo per i pazienti stessi. Manca una visione complessiva, si prosegue con la logica dell’improvvisazione. Siamo alle solite».
«Serve un cambio di rotta, va fatto un piano concreto per intercettare, intanto, l’emigrazione sanitaria solo così usciremo dal perenne commissariamento della nostra regione. Si programmi, per tappe, con dialogo e con serietà, la riforma sia del territorio che della rete ospedaliera. Non ci sono più scuse ora che il presidente Occhiuto è stato nominato Commissario: urge uno sforzo vero per affrontare i problemi della sanità calabrese, bisogna armarsi di competenza, e con cognizione di causa, facendo sponda con i medici e le eccellenze (che esistono), utilizzare i fondi del Pnrr, scongiurando la possibilità che vadano sprecati o spesi male. Per esempio la rete dell’emergenza-urgenza (118) in Calabria è allo sfascio e ancora non ci sono proposte sul tavolo. Siamo sinceramente preoccupati per i cittadini e i medici calabresi che rischiano di vedere l’ennesima occasione sprecata».

Di questo articolo, scritto da un medico-sincalista che i problemi li conosce, mi ha colpito la frase “e ancora non ci sono proposte sul tavolo”. Mi chiedo chi debba fare delle proposte concrete, se a far l’elenco degli obiettivi siam bravi tutti. Tutti possiamo sottoscrivere che siamo preoccupati, che manca una visione complessiva che parta dalla realtà, che si prosegue con la logica dell’improvvisazione. Che siamo alle solite, che sarà l’ennesima occasione sprecata, che occorre utilizzare i fondi del Pnrr, senza sprecarli o spenderli male, facendo sponda con i medici e le eccellenze (che esistono). Insomma, bisogna armarsi di competenza, e avere cognizione di causa, giusto!, ma occorre pure tanta pazienza nel non spiegare come andrebbero fatte in concreto le cose.

E’ come se un allenatore di una squadra che sta retrocedendo dicesse ai suoi giocatori: Da oggi bisogna vincere, al massimo pareggiare, è vietato perdere; i migliori devono essere un valore aggiunto; non possiamo subire più reti di quelle facciamo; insomma occorre lottare e dare il massimo.

D’accordo, ma chi facciamo giocare e chi lo mandiamo in panchina, come ci disponiamo in campo, quali sono i principi di gioco, con quali schemi costruiamo difendiamo e attacchiamo?