Regionali/ Quanto l’homo lametinus vota per i non lametini

Basta guardare il numero di preferenze ottenute da vari candidati nelle sezioni di Lamezia per capire come vota l’homo lametinus. Disperdendo il suo voto verso altri “amici non lametini”.

La tesi (“non c’era il voto disgiunto per cui se votavi un candidato (amico) sceglievi pure il presidente”) è contraddetta dal fatto ancora una volta eclatante che i lametini volentieri danno preferenze a candidati non lametini.

Le preferenze per i consiglieri esprimono il voto che una volta si chiamava clientelare mentre il voto al candidato-presidente rappresenta quello che una volta si chiamava “voto di appartenenza“. Come si vede dallo specchietto successivo, molti voti vengono dati, nell’ambito dello stesso schieramento, nessuno escluso, a candidati non lametini, sottraendo quei voti ai lametini.

E’ questa caratteristica che ci contraddistingue, non si ricava infatti esaminando il voto dei catanzaresi, crotonesi, cosentini, vibonesi e reggini.  I lametini, in conclusione, sono gregari, da sempre sperano di vincere alla lotteria con un biglietto comprato fuori città.

LEGA Pietro Raso (1.821),
PD Aquila Villella (1.517), Cuda (817)
FORZA ITALIA Pino Zaffina (1.404), Valeria Fedele (576)
FORZA AZZURRI Pasqualino Scaramuzzino (1.477), Tranquillo Paradiso (1.219), Rubino Rosy (603)
M5S Panedigrano (768), Stranieri (38), Bausone (112), Lucano (261), Falcone (381),
DE MAGISTRIS Piccioni (834), Capellupo (74), Leone (159)
FRATELLI D’ITALIA Mercurio Rosina (522)
UDC Sculco Flora (156), Esposito Sinibaldo (169)
TANSI Adone (152), Baretta (209)
CALABRIA SICURA (BRUNI) Renne (324), Consoli (93)

BRUNI voti 8651 (34,90%)

OCCHIUTO 13335 (53,80%)

DE MAGISTRIS 2697 (10,88%)

OLIVERIO 104 (0,92%)

La classifica dei 10 candidati più votati

  1. Gianluca Gallo – Forza Italia – Circoscrizione Nord (21.631);
  2. Michele Comito – Forza Italia – Circoscrizione Nord (13.704);
  3. Giovanni Arruzzolo – Forza Italia – Circoscrizione Sud (13.600);
  4. Pierluigi Caputo – Forza Azzurri – Circoscrizione Nord (11.549);
  5. Giuseppe Mattiani – Forza Italia – Circoscrizione Sud (11.268);
  6. Nicola Irto – Partito Democratico – Circoscrizione Sud (10.333);
  7. Domenico Giannetta – Forza Italia – Circoscrizione Sud (9.991);
  8. Francesco De Nisi – Coraggio Italia – Circoscrizione Centro (9.158);
  9. Fausto Orsomarso– Fratelli d’Italia – Circoscrizione Nord (9.034);
  10. Francesco Ernesto Alecci – Partito Democratico – Circoscrizione Centro (8.727).

L’ex assessore al welfare è il più votato in tutta la Calabria, solamente lui, per Forza Italia nella Circoscrizione Nord ha collezionato oltre 20 mila voti. Un successo straordinario se si pensa anche al dato raccolto durante le regionali del 26 gennaio 2020, quando, Gallo si era posizionato al secondo posto della classifica dei più votati con 12.053 voti.

Bel risultato, sempre in Forza Italia, anche per Michele Comito, eletto a Cosenza, e per Giovanni Arruzzolo e Giuseppe Mattiani, eletti a Reggio Calabria.

Nella top ten dei più votati figura anche Pierluigi Caputo, candidato nella lista del Presidente R. Occhiuto.

Il sesto posto va all’opposizione con Nicola Irto dei democrat reggini che, alla scorsa tornata elettorale aveva collezionato, però, 12.568 preferenze.

Al settimo si registra, invece, Domenico Giannetta, consigliere reggino uscente con sfiora i 10 mila voti senza però entrare in Consiglio. Una beffa bella e buona delle legge elettorale, se si pensa che, per esempio, nella Circoscrizione Nord, entra nel suo stesso partito Valeria Fedele con 7.692 voti. Lo stesso vale anche per alcuni consiglieri di opposizione, come ad esempio, Afflitto del M5S che occupa una poltrona con 1897 preferenze.

Anche Coraggio Italia, il partito di Toti e Brugnaro ottiene un discreto risultato da queste Regionali grazie a Francesco De Nisi, all’ottavo posto della classifica.

Nono posto per Fausto Orsomarso, 1° eletto di Fratelli d’Italia in Calabria.

I DATI DI CATANZARO (da Calabria 7) Le percentuali del vincente, Roberto Occhiuto (52,83%), e della migliore tra i perdenti, Amalia Bruni (27,87%), sono più o meno in linea con il dato del resto della Calabria. Va un po’ sopra della media il terzo, Luigi de Magistris, che sfiora il 19%, mentre pressoché inesistente è Mario Oliverio che raccatta appena 119 voti (0,33%). Questi sono i numeri espressi nelle urne a Catanzaro, ma di impalpabile c’è soprattutto la rappresentanza della città capoluogo nel nuovo consiglio regionale della Calabria.

Da 6 a 1 in 20 mesi

A gennaio 2020 i catanzaresi che conquistavano un posto nell’Astronave di Palazzo Campanella erano ben 6 (Mimmo TalliniBaldo EspositoFilippo MancusoFilippo PietropaoloLibero Notarangelo e Francesco Pitaro). Tre di questi (Tallini, Pitaro e Notarangelo) non sono stati ricandidati per loro o altrui volontà, dei restanti solo uno (Mancuso) è riuscito a riconfermarsi sotto le insegne della Lega. Una carneficina. Che, se ne può star certi, proseguirà sia nel centrodestra che nel centrosinistra fino alle elezioni comunali che l’anno prossimo sanciranno il dopo Abramo.

Alcune liste sono risultate troppo forti e dunque l’asticella per l’elezione si è alzata parecchio, alcuni candidati si sono rivelati più deboli di quello che ci si aspettasse e hanno deluso i loro sponsor, alcuni campioni (o ex) del consenso hanno valutato male le loro mosse manovrando le loro pedine sullo scacchiere locale. Probabilmente nessuna di queste ipotesi prevale sulle altre e sono tutte in parte vere. La prima analisi, da cui ognuno può desumere da sé risposte e interpretazioni, sulla bastonata presa dal capoluogo, non può però che partire dai numeri. Dalle percentuali e dalle preferenze.

Pd primo partito. Sorpresa in FdI (quarto)

Intanto il primo partito. È Forza Italia, come nel resto della regione? No, è il Pd, che altrove risulta saldamente secondo ma che a Catanzaro tocca quota 4616 superando di 600 voti i berlusconiani, che però contano giustamente anche sui 2350 voti di Forza Azzurri. Per i forzisti è però un flop che la base elettorale nel capoluogo di due candidati molto quotati come Silvia Parente e Antonello Talerico sia rispettivamente di 1877 e 1560 voti. Il terzo partito è la Lega e Mancuso è il più votato in assoluto in città: non avrà più l’appoggio del sindaco Sergio Abramo, ma ha un consenso tutto suo (il secondo leghista in città è staccato di 2400 voti) e supera FdI, anche questo è un dato politico da non trascurare. Fratelli d’Italia è infatti il quarto partito e restituisce la vera novità di questa tornata: il più votato in città tra i meloniani è Antonio Montuoro, poliziotto-vicepresidente (della Provincia) di Marcellinara che soffia il posto a Pietropaolo, che a Catanzaro prende meno della metà dei voti del rivale interno e che è entrato nelle urne papa (presidente del consiglio) per uscirne nemmeno cardinale..

Il quinto posto se lo contendono due formazioni centriste: la spunta l’Udc per una ventina di voti su Coraggio Italia e anche qui c’è una notizia, anzi due: non solo il partito del sindaco è sesto (e il “suo” candidato prende neanche 1500 voti), ma uno da migliaia di preferenze come Esposito, che risulta il secondo più votato in città, dopo due legislature in consiglio regionale non riesce a inanellare la terza. La settima lista in città è quella di Forza Azzurri in cui si fa notare l’appoggio di Sergio Costanzo, prima candidato e poi ritiratosi dall’Udc proprio in polemica con Esposito, al lametino Tranquillo Paradiso che incassa 900 preferenze.

Nel Pd Fabio Guerriero fa ancora una volta una bella figura ma ancora una volta manca l’elezione. È il quarto tra i candidati più votati in città e per lui il problema sta tutto, evidentemente, nell’appoggio di quello che un tempo si chiamava solo “il partito”: in città prendono oltre 800 voti il soveratese Ernesto Alecci e 350 il vibonese Raffaele Mammoliti, in politica somma e sottrazione non corrispondono mai a concetti perfettamente esatti ma è ovvio che se tutto il Pd catanzarese avesse puntato su Guerriero la storia sarebbe stata diversa. Resta da capire il ruolo della sinistra movimentista cittadina evidentemente rimasta a metà strada tra i dem e Dema. Guardando alla lista “De Magistris presidente” c’è a tale proposito da segnalare un risultato (2229 voti dei 6908 presi in città dall’ormai ex sindaco di Napoli) che supera quello del M5S e in cui è evidente l’apporto del presidente delle Pro-loco calabresi Pippo Capellupo (852 voti).