Per cambiare l’Italia basterebbe fare queste 8 cose

In Italia la politica alla fine alcune cose è riuscita a farle. Pensiamo alla RIFORMA DELL’ ISEE  Il 45,9 per cento dei contribuenti versa solo il 2,62 per cento delle tasse. E solo l’1,13 per cento dichiara di guadagnare più di 100 mila euro l’anno. L’Italia è stata capace di far lievitare il conto in banca della sua popolazione più povera da un anno all’altro di quasi 20.000 euro per ciascuna famiglia. Nel nostro Paese i nuclei famigliari privi di patrimonio sono passati da 4 milioni a soli 360.000 nell’arco di pochi mesi. Abbiamo fatto questo a cavallo tra il 2014 e il 2015, soltanto che nessuno ne ha parlato ed è facile capire come mai. Ovviamente non si tratta di una crescita reale di ricchezza, ma solo della più clamorosa emersione dal nero che sia mai stata misurata. A provocarla: la riforma dell’ISEE.

Adesso pensate alla FATTURA ELETTRONICA
Anche se in Europa siamo sempre il quarto Paese con l’evasione Iva più alta dopo Romania, Grecia e Lituania, il tax gap dell’imposta sul valore aggiunto (che con una media di 34,9 miliardi all’anno è l’imposta più evasa, seguita dall’Irpef da lavoro autonomo e impresa, che ammonta a circa 29,1 miliardi all’anno) si sta riducendo. E questo per merito anche della fatturazione elettronica. La fatturazione elettronica è stata introdotta per alcuni settori a partire dal primo luglio 2018 e poi, in forma generalizzata, dal primo gennaio 2019. La propensione al gap (divario) nell’imposta per il 2019 risulta essere del 19,9 per cento, un valore che per la prima volta in cinque anni scende sotto la soglia del 20 per cento e si confronta con il 27,4% del 2014. Tanto che per il 2019 il governo si attende un tax gap dell’Iva sotto i 30 miliardi a 26.999 milioni di euro.

Ma dopo questi due provvedimenti, altri sappiamo che sarebbero miracolosi eppure la politica non intende (non si  propone di) farli. Perchè?  Alcuni sarebbero facilissimi, per esempio farci votare con la scheda elettronica liberandoci da carta e matita. Altri sarebbero davvero indispensabili. Cominciamo da quelli più facili sino a quelli impossibili per ogni forza politico-sindacale di questo Belpaese.

1)PERCHE’ ANCORA LE SCUOLE SONO SEGGI ELETTORALI E TUTTI VENGONO PAGATI ALLO STESSO MODO? Non si sa, eppure sarebbe semplicissimo rimediare. Un partito riformista avrebbe già da 30 anni trovato una soluzione per ovviare all’utilizzo delle scuole come seggi elettorali, con conseguente perdita di giorni di lezione. E nessuno pagherebbe poco il personale in maniera indistinta invece di pagare bene i più capaci, quelli che si impegnano di più e ottengono i migliori risultati.

2)PERCHE’ NON ELIMINARE L’ASSENTEISMO ATTRAVERSO UNA LOTTA ULTIMATIVA AI CERTIFICATI MEDICI FALSI? Immaginiamo che un medico compiacente faccia un certificato di malattia ad un lavoratore dipendente che risulta sano. Se il medico non potesse più esercitare la professione, l’assenteismo non diminuirebbe drasticamente?

3)PERCHE’ NON VIETARE AI DIPENDENTI PUBBLICI IL DOPPIO LAVORO? A tutti piace Arlecchino servo di due padroni. Immaginiamo (uno scenario davvero utopico, ne siamo tutti convinti) quanto migliorerebbe l’efficienza e la produttività se ogni dipendente pubblico non potesse svolgere alcuna attività privata. Quante opportunità nuove per i giovani, a patto che fossero selezionati con seri concorsi pubblici, come prescrisse la costituzione tanti anni prima che si aprisse la stagione del disprezzo del merito, considerato un portato del neoliberismo. Immaginiamo di togliere il doppio lavoro agli insegnanti italiani, retaggio di un tempo lontanissimo in cui si ricercavano professionisti per farli insegnare al mattino nelle scuole (avvocati, ingegneri, notai…). Una vergogna senza limiti sulla quale la politica a caccia di consensi ha smesso da tempo di interrogarsi.

4)PERCHE’ NON INSTAURARE IL CONTRASTO DI INTERESSI? Per le misure assistenziali (reddito di cittadinanza, gli assegni familiari e via dicendo) siamo arrivati a spendere ben 114 miliardi nel 2019. Spendiamo ogni anno il 57% delle entrate totali per la spesa sociale ma non avendo una banca dati unica e un sistema informativo efficiente, non sappiamo a chi vanno questi soldi. Infatti  nonostante queste cifre la povertà aumenta. Siamo passati dai 2 milioni di persone (il 4% di famiglie) in povertà assoluta nel 2008, ai 5 milioni (7%) del 2018.  Il 57 per cento dei contribuenti  versa un’Irpef (dati 2019) pari a soli 15 miliardi, ma costa in salute, a scuola e assistenza ben 174 miliardi. Il 37% della popolazione paga circa il 93% delle imposte dirette; oltre la metà del Paese (il 57,72%)  vive a carico di qualcuno e certamente non è oppressa dalle tasse.  Come se non bastasse riesce molto difficile credere che quasi 36 milioni di italiani vivano con redditi inferiori ai 20 mila euro lordi l’anno. Ecco perchè si dovrebbe immaginare una politica fiscale che incentivi l’emersione attraverso il contrasto di interessi tra chi compra la prestazione e chi la fornisce. Per esempio, in via sperimentale, per un triennio, si potrebbe consentire di dedurre ogni anno almeno il 50% di tutte le spese sostenute dalle famiglie, Iva compresa, per lavori di casa, meccanici, assistenti familiari e altro. Questo «contrasto di interessi» può garantire, a differenza delle forme di tassazione che non prevedono la possibilità di deduzioni e detrazione e che incentivano a non chiedere scontrini e fatture, tanto non servono poiché indeducibili, addirittura un aumento del gettito, favorendo al contempo la famiglia che beneficia di una deduzione importante (pari a una 14° mensilità) mentre l’enorme schiera di evasori o elusori dovrà pagare tasse e contributi con grave sollievo di artigiani e lavoratori autonomi onesti e che pagano le tasse.

5) PERCHE’ CONVIENE FARE LA REVISIONE DEL CATASTO? Si è calcolato che al momento gli immobili fantasma, ossia quelli esistenti ma ancora sconosciuti al Fisco perché non accatastati, siano 1,2 milioni. È su questi che si punta per incrementare le entrate e non sui contribuenti già “in regola”.  Stanando i “fantasmi” si recupereranno l’evasione su Imu e imposte sulle locazioni. Il sistema di estimi catastali italiani risale al 1939, rivisto solo nel 1988-89. Un sistema obsoleto, stratificato, usato nel tempo solo per fare cassa aumentano le rendite in modo piatto, come nel 2011 col Salva-Italia. I valori delle rendite non solo sono anni luce lontani da quelli di mercato, ma anche sperequati perché spesso irrisori nei centri storici delle grandi città e molto più alti in periferia.

6)PERCHE’ NON FARE I SAT NELLE SCUOLE COME FA IL REGNO UNITO? A 11 anni c’è il passaggio dalla scuola primaria inglese alla scuola secondaria, ma non si sostengono esami in questa occasione, perchè lo Standard Assessment Task (SAT) stabilito dal National Curriculum prevede che gli studenti vengano valutati nel corso del loro percorso scolastico. a 7,11 e 14 anni. I SAT sono esami nazionali che vogliono stabilire la preparazione degli studenti con parametri standard per tutta la nazione, e vengono stilate annualmente classifiche per confrontare voti, media, miglioramenti e variazioni tra le diverse scuole.

7) PERCHE’ NON ABOLIRE IL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO?Basta un piccolo esempio sul quale ragionare. Ti scrivi forse ad un corso di ballo e poi non ci vai, oppure sei distratto, tanto alla fine poi ti danno lo stesso l’attestato? Basterebbe il mercato, l’abolizione del valore legale del titolo di studio, e il merito si imporrebbe, sconfiggendo corruzione e nepotismo.

8) PERCHE’ NON FARE UN NUOVO PATTO COSTITUENTE ? Le forze politiche e anche la società civile italiana non dovrebbero pensare ad una nuova legge elettorale, ma ad un nuovo patto costituente, il cui oggetto siano le istituzioni politiche di una nuova Repubblica. Ci servono governi che decidano, che durino cinque anni e che perciò siano eletti direttamente dagli elettori, non dai partiti. E ci servono deputati, proposti dai partiti, ma visibili al cospetto degli elettori e scelti, infine, dagli elettori. Il tutto si può condensare in “Repubblica presidenziale”. Il sistema elettorale migliore – maggioritario a due turni – seguirà come d’incanto.