Juve/ Questione di gioco non di errori

Scrivo dopo la sconfitta col Napoli e comincio ricordando la formazione di Allegri del 2017 a Cardiff (finale Champions contro il Real persa 4-1) :

(4-2-3-1) Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Sandro, Pjanic,Khedira,Dani Alves, Dybala, Mandzukic, Higuain.

Confrontando questa formazione con quella attuale o dell’anno scorso si capisce che in 4 mercati abbiamo immesso De Ligt e Chiesa, troppo poco. Ne consegue che se Allegri quest’anno è tornato alla difesa posizionale con due linee basse e strette (senza recuperare palla con aggressione ma difendendo il centro) per poi ripartire subito in verticale perchè pensa di avere i giocatori adatti (Chiesa, Kulu, Morata), nelle prime tre partite abbiamo visto le conseguenze negative di tale impostazione. Vediamo quali sono le nostre debolezze

1)Tutti hanno capito che per metterci in difficoltà la Juve va pressata subito sin dentro la sua area, non va aspettata per consentirle di fare il suo gioco ad U. Questo è il primo nostro punto debole e da almeno due anni.

2) La seconda è quando la squadra ha riconquistata la palla, allora devi saperne mantenere il possesso per consentire alla squadra (corta) di risalire il campo verso la porta avversaria. Se invece la perdi subito, gli avversari acquistano campo e autostima, e tu devi ricominciare daccapo, stancandoti di più. Il poco possesso palla a lungo andare ti stanca e ti costringe all’errore.

3) Se recuperata palla tenti subito la verticalizzazione attraverso il lancio ti allunghi e le punte o le mezzali sono costrette a risalire velocemente e questo col passare del tempo comporta maggiore dispendio di energie. Il possesso palla e il fraseggio ti consentono invece di spostare la squadra in avanti senza continui strappi.

4) Gli errori e la sfortuna nel calcio non esistono ma dipendono
dalla statistica, non dalla cattiva sorte. Più tiri consenti verso il tuo portiere più ti esponi all’errore, alla deviazione, più calci d’angolo batterà l’avversario maggiori saranno le possibilità di prendere goal. Certo, il nostro portiere Tek sta sbagliando spesso, ma prendersela con la sfortuna è come un tennista che pensa di aver perso per una palla o due che hanno toccato il nastro. Nel calcio la fortuna te la crei se aumenti il numero di possibilità a te favorevoli: se si gioca di più nell’area avversaria e non nella nostra avrai maggiori probabilità positive di usufruire di errori o rigori.

Dopo tre partite la Juve ha un punto, e questo ha meritato. Ho l’impressione che Allegri abbia puntato su una difesa bassa e stretta, ma senza più avere gli interpreti di valore che aveva una volta. Basti fare questo confronto sul solo centrocampo: Vidal, Pirlo, Pogba, Marchisio ce li invidiavano tutti. Oggi il centrocampo bianconero ha il solo Locatelli, ma le altre squadre hanno centrocampisti che ci farebbero comodo: Barella, Pellegrini, Brozovic, Milinkovic Savic, Luis Alberto…

Gli uomini sui quali impostare una squadra quest’anno per me sono: De Ligt; Locatelli, Chiesa, Cuadrado, Danilo, Dybala. Sono sei, ai quali Allegri e il suo staff dovrebbero dare dei ruoli precisi senza cambiare (come Pirlo lo scorso anno) ogni partita. Chiesa o Danilo sempre a destra o sempre a sinistra? Dybala dietro le punte, De Ligt a destra, Cuadrado terzino o esterno, e così via. Gli altri cinque da scegliere sulla base del rendimento e del modulo. Ma se, al contrario, i titolari sono Bonucci & Chiellini & gli amici loro, forse neppure il quarto posto è alla portata. Sarà il campo come al solito a parlare e Allegri già nel 2015 (suo secondo anno alla Juve) si era trovato con un punto in 3 partite. Poi vinse il campionato.