Amalia Bruni, noi lametini non facciamoci riconoscere sempre per provare piacere

La domanda che faccio ai lametini è semplice. A chi dobbiamo votare alle regionali stavolta che si presenta una lametina? La risposta è scontata. I lametini votano sempre per i forestieri. E’ un antico masochismo. Noi siamo specialisti di  comportamenti di  auto-sabotaggio e autopunizione, siamo riusciti nel tempo a conferire alle nostre condotte autolesive un significato di piacere. In altri termini, lo spiega la psicanalisi, alcune condizioni passate di sofferenza della nostra comunità (terremoti, povertà, invasioni, tirannia) sono state iscritte nella nostra memoria come piacevoli. Se non ci procuriamo dolore non proviamo piacere, ecco tutto.

Il primo dibattito tra i tre competitor alla Regione Calabria (su L’altraCalabria) ha dimostrato che la nostra Regione è al collasso e dunque forse è la prima volta che le forze politiche, approfittando del governo Draghi di emergenza nazionale, hanno messo in campo il meglio che hanno potuto ottenere raschiando il barile. Parlo del Pd-5Stelle e del centro-destra perchè De Magistris gioca per sè ed è ormai un politicante che va in cerca almeno di un posto di consigliere regionale dopo l’esperienza napoletana. LDM ha studiato a Napoli da gobbo per fare il cammello da grande in Calabria

Su di lui non aggiungo altro perchè sul blog ci sono diversi articoli che lo descrivono. Ma francamente, ascoltato in un dibattito, dove ripete il rosario del TuttoPubblico (acqua pubblica etc… come se
oggi non ci trovassimo nuovamente in un Paese con la finanza pubblica drogata e insostenibile, e un mercato egemonizzato dallo Stato ) e dei Diritti (e basta! hai diritto a qualcosa se dai qualcosa), è stucchevole l’interpretazione della parte di quello che sa come gestire un territorio di 1milione e 900 mila persone visto che per 10 anni ha governato una metropoli come Napoli. Sa come gestire i rifiuti (infatti li spedisce all’estero a spese degli italiani), il turismo, gli incendi, la sanità, basta chiedere ai napoletani. De Magistris poi si dà arie di conoscere la Calabria per la sua attività di magistrato raccontandosi la penosa storiella del coraggioso che i poteri forti hanno fermato. In realtà le sue indagini sono state per la gran parte sconfessate da altri suoi colleghi per cui ci sarebbe da sperare che non torni qui da noi a riprendere a far danno da dove aveva lasciato. Certo, si deve procurare un altro Genchi, per adesso spera di arrivare secondo. Un consigliere regionale incassa quanto un deputato per andare a Reggio 6 volte all’anno.

Un altro che sa cosa fare, e cioè esattamente quello che ha fatto dal 2000 al 2010 alla Regione, gli affari suoi, è Occhiuto, il quale interpreta il vecchio ruolo di quello tornato da fuori per ringraziare la Calabria che lo ha fatto bello, ricco (indebitato), famoso, e capogruppo di Forza Italia. Il solito “non lo fò per piacer mio ma per gratitudine”. Il suo appello finale era identico a quello famoso del Suo Cavaliere, con la Calabria al posto dell’Italia: “La Calabria è il posto dove sono nato; dove sono cresciuto e diventato ricco; la Calabria è il paese che amo…” Insomma, in sintesi: Occhiuto ci fa un favore a tornare a casa, lasciando lo scranno parlamentare. Certamente Occhiuto, l’ultima spiaggia del centrodestra, è il grande favorito, conosce i dossier, ma avendo già bivaccato in Regione dal 2000 è ridicolo che interpreti la novità, se in 10 anni non ha lasciato traccia. Per lui vale quello che vale per Amalia Bruni: una volta entrato nel palazzo regionale cosa potranno fare con i dipendenti e i dirigenti che trovano lì ad aspettarli sulla soglia? Occhiuto la fa facile: ho già chiesto a Brunetta di poter attingere dirigenti da fuori, magari calabresi bravi che vogliono tornare a fare un piacere alla Regione. La contraddizione è palese: a cominciare dal suo vice impresentabile, Spirlì, dovrebbe eliminare tutti quelli che lui e la Santelli hanno appoggiato in questo ultimo anno e mezzo. Magari ricomincia con il Muccino2 la vendetta.

Il fatto è che il governatore calabrese non è il presidente degli Usa dove c’è prima la possibilità di varare il “transition team” e poi operare il turnover dei funzionari mandando a casa i vecchi.

A febbraio 2020 la Santelli  ottenne il 55,29% contro il 30,14% del suo principale sfidante, Pippo Callipo, candidato civico sostenuto da Pd e centrosinistra. Il candidato civico M5S Francesco Aiello prese il 7,35% e il candidato civico Carlo Tansi il 7,22%.  Bastano queste cifre per capire che LDM gioca a fotticompagno come fanno tutti gli ultras del mondo. Se si aggiungerà Oliverio, Occhiuto vince facile.

Chiunque sia, le sfide che attendono il prossimo presidente della Regione vanno affrontate con un indispensabile ricambio dei dirigenti. E’ questo l’aspetto più delicato e più importante (governare il personale per sperare di governare i problemi)

Leggete questa vecchia notizia: Scandalo Regione Calabria: la Corte dei Conti può chiedere di restituire i compensi. L’ispezione del ministero ha scoperto indennità e contratti fuorilegge per decine di milioniLa relazione si riferisce da un controllo contabile-amministrativo fatto nel periodo 30 settembre -20 dicembre 2013.
Tra gli incarichi eclatanti contestati nella gestione Loiero della Regione c’è quella affidata al Capo di Gabinetto, attuale capogruppo dell’Udc Gaetano Bruni in sostituzione dell’architetto Michelino Lanzo nel mentre nominato Dirigente Generale del Dipartimento n. 3 ” Attività Produttive”. Mentre in quella attuale quella del direttore generale alla presidenza Franco Zoccali che non avrebbe i 5 anni di dirigenza per poter ricoprire quell’incarico e nemmeno quello di Segretario generale ed avrebbe percepito illegittimamente 732 mila euro. Stesso discorso per Nicola Durante, segretario generale della giunta Loiero che avrebbe percepito in 7 anni circa 480 mila euro in più.

Che cosa si capisce? Che spesso le nomine dei dirigenti sono discutibili e non bastano i titoli, per esempio quel giudice Durante fatto da Loiero segretario generale della giunta, e poi diventato presidente del Tar (ora è a Salerno) lo si è ritrovato poi nelle pagine dell’indagine Rinascita Scott.
Si tratta di quel giudice “invocato” da Nicola Adamo per aggiustare una sentenza per la modica cifra di 50 mila euro.

Insomma, sui dossier in tv e sulle piazze ognuno può dire quello che vuole, ma poi tutto si gioca sulle scelte dei dirigenti. Come si è visto non basta affidarsi ad un magistrato per scegliere la persona giusta, una persona onesta e competente. Nella Regione Calabria ci sono sepolcri imbiancati, covi, massoni, criminali, agenti segreti, mafiosi. I problemi si sono incancreniti a causa del prevalere di tutta questa gentaglia sui dipendenti onesti. Un nido di vespe non puoi eliminarlo con una scopa in mano e in maglietta, è chiaro. Il ricambio che i calabresi aspettano è una impresa ai limiti dell’impossibile. Ma ora i candidati pensano a vincere, ai voti, poi penseranno alle cose importanti.

Tra due mali scelgo sempre quello che non ho già provato, è chiaro. Aprite gli Occhiuto e guardate bene il futuro. Vedremo anche se i lametini, a qualsiasi tribù essi appartengano, contraddicendo il loro ruolo storico di “portatori d’acqua ai forestieri”, in questa occasione storica si affideranno ad Amalia Bruni. Le regionali si vincono a Cosenza e Reggio, si sa, ma confido che stavolta non ci faremo riconoscere, altrimenti vuol dire che diventeremo una barzelletta, anche se a giugno le immaginette di S. Antonio sui balconi ci ricordano ogni anno che talvolta ci siamo affidati a qualcuno presentabile per fronteggiare le nostre disgrazie.

PS= Va anche bene che ci sia qualcuno che abbia la vanità di fare il politico.Dico solo che questa professione va esercitata nei limiti dello strettamente necessario (Sergio Ricossa)