Travaglio & C: il nemico da abbattere e il giardiniere Giuseppi


«Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo». (Lezione sulla “Costruzione del nemico” di Umberto Eco).

Il film che spiega tutto c’è già, è del 2012, lo ha girato Pablo Larrain e si intitola “I giorni dell’Arcobaleno”.

1988, Pinochet, da quindici anni dittatore cileno, di fronte alle pressioni internazionali è costretto a chiedere un referendum sulla sua presidenza. I leader dell’opposizione convincono un giovane e sfacciato pubblicitario, René Saavedra, a guidare la loro campagna. Inizialmente René deve fronteggiare i contrasti interni presenti nella stessa opposizione: per molti di loro il referendum è solo un’occasione per mostrare gli orrori commessi dal regime e non c’è fiducia nella vittoria. Con poche risorse e un controllo costante da parte del Ministero, Saavedra e il suo team elaborano un piano audace con lo spot CHILE, LA ALEGRIA YA VIENE  allo scopo di ottenere consensi attraverso un messaggio di speranza, in totale contrasto alle modalità con cui la campagna del NO stava per essere gestita.

Il film racconta quel che deve saper fare una sinistra per vincere, non mostrare l’orrore del potere ma spiegare i suoi “PER”, le sue speranze, progetti. Invece in Italia abbiamo una frazione di pochi personaggi televisivi (Travaglio, Bersani, Montanari ecc.) che procedono attraverso campagne successive CONTRO IL LORO NEMICO CONTINGENTE (i nemici cambiano a seconda delle stagioni politiche). Questi tre immaginano che la politica sia una contesa tra “cane e gatto”. La campagna contro Berlusconi ha portato a Travaglio prima soldi per i tantissimi libri pubblicati, poi un giornale e ha rinserrato le fila di una sinistra che procede sempre in ordine sparso, non avendo mai saputo declinare in senso positivo un riformismo di progetti concreti e proposte efficaci. Eclissatosi il Caimano, il vuoto è stato presto colmato con Renzi, poi con Salvini e adesso la frazione passa il tempo a sparare contro Draghi-Figliuolo, accusati di essere in perfetta continuità con Conte-Casalino-Arcuri.

Una lotta politica che tra poco fa mezzo secolo, condotta sempre contro qualcuno accusato dei peggiori crimini contro l’umanità
(sull’argomento Luca Ricolfi ha scritto Bullismo etico), cominciata nel 1976 contro il cinghialone Craxi e poi continuata nel 1994 contro la discesa in campo di Berlusca, che aveva preso il posto di Craxi. Oggi è alle prese con un governo di unità nazionale che tenta l’impossibile della politica parolaia italiana, le riforme.

C’ è ancora spazio per l’ ex premier Giuseppe Conte come leader politico dei 5 Stelle o di una formazione nuova? hanno chiesto al professore Luca Ricolfi, il quale ha risposto così:

«Temo di sì, per quanto incredibile la circostanza appaia a chiunque conservi un minimo di capacità di giudizio. Conte è un personaggio come Chance, il giardiniere di Presenze (romanzo di Jerzy Kosinski), magistralmente interpretato da Peter Sellers nel film Oltre il giardino. Che sia stato preso sul serio per tre anni, e ancora sia l’ interlocutore privilegiato del Pd è una circostanza che mi lascia senza parole».

Come dimostra Larrain nel suo film mostrando le discussioni tra due modi di vivere la militanza a sinistra e sviscerando le contraddizioni di chi intende opporsi contro il nemico piuttosto che pro-porre soluzioni e azioni concrete, l’antifascismo divide da sempre la sinistra. Chi ha sempre un nemico da abbattere, un traditore da scovare, una politica da schifare, uccide le speranze di un popolo che vuol lottare per qualcosa, credere in qualcuno, affidarsi ad un leader. L’odio è una fiammata che può essere alimentata dai furbi per stretta convenienza, ma la vita cambia solo se si lotta per una speranza.