Codice della strada a Lamezia: quando passa lo sceriffo

Il giochetto è sempre lo stesso. Sul marciapiede della via X ci sono 10 auto in divieto di sosta. Ogni giorno. Lo sceriffo cosa fa? Fa le multe quando gli va. E il gioco continua. La conclusione è che la deterrenza non funziona se la sosta vietata viene perpetuata. Si chiamano “multe a campione”, è la vita, o meglio il principio maoista del colpirne uno per educarne cento. Va bene, ma si può fare lo sceriffo a tempo? Ma il caso (?) agisce anche in un altro senso. Perchè si sceglie di contravvenzionare i divieti di sosta nella via X e c’è l’impunità sul corso Numistrano, su viale Stazione e via C. Colombo dove l’abitudine della doppia fila è ormai storica e ha superato i 70 anni?

Veniamo ai fatti. Sul marciapiede prospiciente il mio portone di casa da tanti anni sostano indisturbati autoveicoli. Nonostante abbiano sistemato dei paletti per indicare il divieto di sosta, questi paletti col tempo sono stati divelti e le auto sostano colà, anche perchè nei pressi c’è un supermercato. Per entrare e uscire da casa mia spesso sono costretto a saltare su auto che mi impediscono il passaggio, per cui l’unica mia possibilità di autodifesa col tempo è diventata quella di mettere la mia auto sul marciapiede per impedire ad altri di ostruirmi il passaggio. Ieri mi ritrovo una multa, fatta alle 18,53, per “sosta sui marciapiedi”, per l’importo di 87 euro che scendono a 60,90 se pago entro 5 giorni. Oggi è già tutto come prima, sosta libera e tana liberi tutti.

Tutto giusto, ci mancherebbe, chi sbaglia deve pagare, ed io l’ho già fatto, purchè il “cecchinaggio”, vale a dire l’operazione maoista di colpirne uno per educarne cento non abbia ormai preso il posto della certezza del diritto.

NB: quelli che ricevuta una multa la paghiamo siamo pure scemi. “Multe e tasse non pagate per l’87%. In 21 anni arretrato a 930 miliardi” (polizia locale.it)

Solo il 40,8% degli automobilisti italiani paga le multe inflitte dalla Polizia municipale per aver violato il Codice della Strada. Il dato, riguardante il 2017 – ultimo anno con dati disponibili – è stato diffuso dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Dieci anni prima (2007) la riscossione era stata del 59,1%. In buona sostanza, a fronte dei 2,6 miliardi di euro che nel 2017 i quasi ottomila Comuni italiani dovevano riscuotere dai trasgressori, in realtà è stato incassato poco più di un miliardo.Ancora più bassa la percentuale di riscossione dei Comuni del Sud, che si è attestata del 32%.