Complimenti all’Inter e grazie Agnelli per 9 indimenticabili scudetti

L’Inter ha vinto il campionato (anche se scrivo l’1 maggio) e mi congratulo con gli interisti. Chi vince merita di essere applaudito, questa è la regola dello sport, pertanto gli juventini dopo 9 scudetti capiranno in questi giorni il significato vero di un’impresa mitica che resterà nella storia.

Vincere non è mai nè scontato nè facile e Conte ha il merito prima di aver fatto vincere a sorpresa noi cominciando un ciclo e adesso l’Inter dopo il triplete. Detto questo, a me Conte stressa perchè quando vince è lieto e rilassato ma quando perde è insopportabile e deve scaricare la colpa su qualcuno o qualcosa. Non lo rimpiango, ecco tutto.

Così come non rimpiango Allegri. I cicli finiscono e il suo era finito. Certo, con lui anche quest’anno avremmo se non vinto, combattuto, ma dopo 9 scudetti la Juve deve ripartire da un altro schema, che non è più quello dei parametri zero e delle plusvalenze. Faccio un unico esempio. Hai comprato il difensore Romero, possibile che lo dai all’Atalanta per 2 anni (Gasperini ne fa subito un titolare fisso) perchè gli preferisci Bonucci & Chiellini? Con scelte del genere abbiamo perso due anni, con Sarri e con Pirlo e non sappiamo ancora se almeno finiremo tra le prime 4 (leggete cosa scrivevo ad inizio anno, lo temevo) o se vinceremo almeno la Coppa Italia. Avrei tenuto un altro anno Sarri, non c’è dubbio, ma adesso il mio augurio è quello di continuare con Andrea Agnelli.

E’ lui il nostro leader e qualsiasi leader può sbagliare perchè l’infallibilità non è di questo mondo. Vorrei che la Juve continuasse con lui e spero che John Elkann la pensi come me. L’unica cosa che Andrea deve fare, oltre che puntare sui giovani e mandare via la vecchia guardia ringraziandola (Chiellini, Buffon, Bonucci), è comunicare meglio. Non è possibile lasciare la comunicazione esclusivamente al povero Paratici prima di ogni partita.

E’ lui, il presidente, che ci deve spiegare, dalla Superlega al processo di Perugia (una vergogna mediatica) a Pirlo, lo esigono i tifosi ma è una necessità di qualsivoglia grande azienda quotata in borsa. C’è un retroterra sabaudo nella sua reticenza: non hanno capito che il grande Gianni Agnelli ha creato il mito della Fiat e della Juve con una comunicazione incessante e piena di fascino, mentre il fratello Umberto era l’uomo d’azienda e dei conti.

Ora, Elkann è poco efficace nell’eloquio, ma Andrea quando ha parlato di calcio, mette tutti sugli attenti. Una sola volta, dopo un ennesimo scudetto, Sky lo intervistò per 90 minuti schierando tutti suoi commentatori, da Caressa a Sconcerti e Condò. Ebbene, Andrea li annichilì, perchè padroneggia la materia a livello internazionale. Sembrò un incontro tra un astronauta che parlava della luna dopo esserci stato e degli uomini che ne parlano buttandovi uno sguardo distratto la sera. Se comunicasse di più anche i suoi inevitabili errori (solo chi non fa mai nulla non sbaglia mai) forse non ci sembrerebbero errori. Comunque, brava l’Inter e grazie Agnelli per 9 indimenticabili scudetti.