2 milioni! Massimo Gramellini spiega

ALTRO (e GLI ALTRI) Conoscendo la storia e il carattere degli italiani, solo a un genio del male poteva venire in mente di inserire la generica categoria «Altro» tra quelle che vantano una precedenza per i vaccini. Persino la Commissione Parlamentare Antimafia ha deciso di indagare sul numero abnorme di specialisti della scorciatoia che hanno approfittato di quella parolina contenitore, buttata astutamente in fondo a un elenco di priorità oggettive (ultraottantenni, medici, insegnanti), per mandare in tilt la campagna vaccinale, contribuendo a fare dell’Italia il posto dove si continua a morire di più. Le cifre sono impressionanti: in Sicilia è «Altro» quasi un vaccinato su cinque, quasi uno su sette in Campania, Calabria e Valle d’Aosta. Ovunque ci sono anziani e malati ancora in attesa della prima dose, mentre i vispissimi seguaci di «Altro» risultano già reduci dalla seconda. E senza alcun senso di colpa, anzi: convinti di avere esercitato un diritto sacrosanto, in qualche caso di meritarsi una medaglia, pronti a rovesciare la responsabilità dei ritardi nella vaccinazione su «Altri». Perché in Italia la stessa parola che al singolare occhieggia e istiga al privilegio, al plurale assume un significato decisamente ostile e definisce quel conglomerato alieno di persone che non sono né miei parenti né miei sodali.

Provo sentimenti di ammirata commiserazione per trentini, umbri e pugliesi, che meno di tutti hanno attinto alla categoria «Altro». I veri Altri, in Italia, sembrerebbero loro.