Un’Alleanza per la Repubblica contro il bipopulismo perfetto

(C. Rocca) Le cose cambiano, oh come cambiano. Fino a pochi giorni fa l’Italia era un paese diviso tra un populismo di governo, inadeguato e grottesco, e un sovranismo di opposizione altrettanto surreale. Il bipopulismo perfetto italiano ha governato appassionatamente questa incredibile legislatura repubblicana, prima unito sotto la leadership fortissima di Giuseppe Conte e poi un po’ di qua e un po’ di là: da una parte Conte, i Cinquestelle e i valvassori del Pd romano e dall’altra i nazionalisti pronti a subentrare con i pieni poteri.

Il prodotto legislativo di questi anni è stato degno di un horror: Parlamento mutilato, leggi mozzorecchi, decreti sicurezza, reddito di pigranza, quota cento, bonus monopattino. Tutto in piena continuità ideologica e sociale te ai Cinquestelle e la Lega, con una forte responsabilità del Pd.

Da una decina di giorni, complice anche il virus, il bipopulismo perfetto è tornato almeno temporaneamente fuori dall’arco costituzionale, con i castristi di Dibba a contendere in territori extraparlamentari le briciole lasciate dai castisti di Di Maio e con Giorgia Meloni a tenere viva la fiamma dei bei tempi che furono. Per il resto, gli antieuro non sono più antieuro, non ci sono più i putiniani, sono spariti i trumpiani e con loro anche Trump.

Le cose sono cambiate così tanto che alla Casa Bianca adesso c’è Joe Biden e a Palazzo Chigi c’è Mario Draghi, entrambi impegnati in una colossale campagna di vaccinazione contro il virus corona e contro il virus populista, e con l’obbligo di far crescere le rispettive economie in crisi e di sanare le tensioni sociali alimentate dai predecessori.

Sarà tutt’altro che facile, specie in Italia dove la prospettiva Draghi non ha una rappresentanza politica, se non spezzettata in piccoli partitini litigiosi e spesso personali. Ma adesso si è aperto uno spazio politico senza precedenti, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, e per la verità da oltre un anno quando da soli abbiamo chiesto il superamento di Conte e di Casalino, denunciato la sottomissione del Pd ai grillini, e auspicato la nascita di un’alleanza capace di mettere insieme gli anti populisti e gli anti sovranisti.

Ora è arrivato il momento. C’è da costruire un’area politica liberal-democratica, socialista e riformista, europea e atlantica, e di animarla con lo «spirito repubblicano» di cui ha parlato Draghi al Senato. Chiamiamola Alleanza per la Repubblica, per il rilancio economico e per la transizione digitale ed ecologica secondo le indicazioni del NextGenerationEU la cui esecuzione è stata affidata ai ministeri di Daniele Franco, Vittorio Colao e Roberto Cingolani.

Ieri Linkiesta ha pubblicato un appello all’unità riformista di numerosi esponenti d’area, e altri interventi seguiranno perché il compito di un giornale è anche quello di far circolare idee, di far crescere la sua comunità intellettuale e di alimentare il dibattito pubblico.

Il 29 marzo, nel territorio neutro creato dal nostro giornale, ospiteremo al Teatro Parenti di Milano (se sarà possibile di presenza, altrimenti in remoto) gli interventi dei firmatari dell’appello, i contributi dei movimenti politici e le idee di chi reputa necessario e urgente stimolare l’azione di governo costruendogli intorno un’alleanza per la Repubblica.

Per adesioni all’iniziativa di Milano: AlleanzaPerlaRepubblica@Linkiesta.it

Per aderire all’appello:
Unireiriformisti@gmail.com