Governo/La nuova folle tesi di Peter Gomez

Ieri sera a Re-Start su Rai 2 un interessante dibattito si è svolto tra Peter Gomez, direttore del Fatto quotidiano.it, e il prof. Sabino Cassese, il massimo esperto di pubblica amministrazione che abbiamo. Il tema era il Recovery plan e quindi il governo. La tesi di Gomez era la seguente: abbiamo solo 6 mesi per “mettere a terra” il piano, altrimenti non ci danno i soldi. La nostra PA non è in grado di spendere in tempi ragionevoli, lo sappiamo già (*), per cui l’unico modo è rifare quello che abbiamo fatto con il ponte di Genova, il Governo nomini per ciascuna opera un commissario e che Dio ce la mandi buona. Ecco perchè ci dobbiamo tenere questo governo e chi lo mette in discussione è un pazzo.

Il discorso di Gomez e degli ammiratori di questo governo può essere declinato in altro modo. Eccolo. Siamo su un autobus e sappiamo da 504 giorni (una vita!) che il nostro autista è un incapace, non conosce le strade e neppure i cartelli stradali, non sa guidare e se la prende comoda da 504 giorni. Il tempo che ci metteremo per cambiare autista è troppo e ci farebbe arrivare in ritardo per cui conviene tenercelo e affiancargli qualcuno che gli dia indicazioni. Ora ditemi se voi foste i passeggeri che stanno sull’autobus se vi tranquillizzerebbe questo esercizio che sembra di realismo ma invece è di pura follia. Sarebbe più semplice dire: sono amico stretto dell’autista Giuseppi e me lo tengo costi quel che costi (NB: il Corriere oggi titola: La strada stretta di Conte)

(*) (Sergio Rizzo, Repubblica) L’AUTISTA INCAPACE Apprendiamo infatti oggi dal decreto con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha nominato i commissari straordinari per velocizzare (sigh!) una sessantina di opere pubbliche che il costo stimato della Metro C di Roma sarebbe di 5 miliardi e 832 milioni, cifra che riguarda evidentemente le parti ancora da realizzare e immaginiamo si debba aggiungere ai 3,7 miliardi già spesi. La Metro C è diventata il simbolo della totale incapacità del nostro Paese di realizzare opere pubbliche in temi umani e costi decenti: basta pensare che l’idea è stata partorita 30 anni fa e inizialmente la spesa prevista era un quinto di quella ipotizzata ora. Quindi non poteva, la Metro C, non figurare fra le prime opere pubbliche commissariate. Finalmente. Perché i commissari per far marciare finalmente spedita la realizzazione delle infrastrutture, alcune delle quali impantanate da anni, erano previsti dal giugno del 2019. Più di un anno e mezzo fa. “Sbloccacantieri”, avevano chiamato il provvedimento che li aveva istituiti: c’era ancora il governo Conte 1, e il ministro delle Infrastrutture rispondeva al nome di Danilo Toninelli.