Il peggio del 2020 che butterò dalla finestra

CONTE GIUSEPPE Il più piacione presidente del Consiglio a mia memoria (Sotto la pochette niente), mi fa rimpiangere finanche Goria o Pella, che almeno non avevano un Casalino come suggeritore. Il momento più tragico della storia patria affidato dagli italiani ad uno che Salvini trattava da segnaposto e Zingaretti da Leader del Progresso Dpcm, emblema di questa epoca sovranista che la pandemia da tragicomica ha fatto diventare tragica. Peggio di lui solo Cazzullo che ha scritto “ma Casalino sappiate che è bravo”. “Stasera parla Conte” è un incubo che neppure Stephen King o John Le Carrè avrebbero potuto mai immaginare. Un eroe per caso diventato eroe der cazzo, direbbe Osho. Un incapace di cui dobbiamo liberarci al più presto. Per fare cosa? Per sostituirlo con uno capace. Elementare, ma quelli di sinistra che ragioniamo così siamo rimasti io, Ricolfi, Rocca, Calenda. 4 gatti.

ZINGARETTI BETTINI BERSANI La vecchia sinistra inconsistente, pronta a sbracarsi davanti ai populisti dei 5 Stelle pur di ottenere uno strapuntino. In tre non si ricordano neppure più che il loro sodale Grillo, rimpiangendo l’olio di ricino, nel 2014 sul suo blog teneva la rubrica “giornalista del giorno”, ogni giorno faceva sputtanare dalla vandea un giornalista colpevole soltanto di fare il suo lavoro senza prendere ordini da lui. Salvini è fascista mentre Grillo è un partigiano, a Roma direbbero Sticazzi.

VELTRONI Era un uomo politico, oggi una SpA che produce libri, film, articoli, interviste, convinto tra l’altro di essere rimasto l’unico maitre a penser in quest’Italietta grillina. Gli manca solo di dirigere il Corriere della Sera e poi il “ma anche” diventerà l’unico inimitabile modo di concertare il diavolo e l’acqua santa, l’aceto e l’olio, senza mai assumersi la responsabilità di una scelta. Il pensiero lungo di uno al quale piace il caffè amaro ma anche quello zuccherato.

MARIA DE FILIPPI Gli storici del futuro sono fortunati, nel 2046 chi vorrà capire l’Italia del 2020 non dovrà studiare o compulsare statistiche, saggi, ricerche, dati. In poltrona si guarderanno una sola puntata di “Uomini e Donne”, dove la parola più utilizzata è “percorso”. In piena pandemia la Sanguinaria fa incontrare scosciate e piacioni rigorosamente tatuati per portare avanti l’educazione sentimentale del terzo secolo.
Come Flaubert Ella prevede di svolgere un lavoro a metà strada fra il romanzo sentimentale e quello dei costumi italiani, per fornire al lettore un quadro sulla storia morale della sua generazione. Gli storici del futuro, ben sapendo cosa saremo diventati, analizzando una sola puntata potranno scrivere tomi sapienti sul percorso fatto e spiegare perchè
fosse già scritto ( “Ma se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse, farei lo stesso…” Guccini) Quando poi vedranno cosa diventa la Maria in presenza della Ferilli capiranno il resto.

SPIRLIIN MI SETTIMA Lui come simbolo effimero di una Calabria inguardabile. L’aver voluto intitolare la sede regionale, sull’onda dell’emozione, alla povera Santelli resterà per gli storici futuri il segnale di come si governavano i processi collettivi e di come la politica sia diventata storytelling. L’empatia come il mezzo esclusivo per evitare che l’analisi, il ragionamento, il cervello guidino le nostre azioni. La pancia e le emozioni per fare quello che non si dovrebbe o potrebbe fare. Una Calabria lasciata ai peggiori, dove, come cantava Celentano, “le persone serie le han mandate in ferie” (Mondo in mi settima)