Governo/ Ma perchè non mi ascoltate? Non parlate di scuola

Un governo che parla di “scuola” perde. Guardate Renzi, varò la Buona Scuola, aumentò gli stanziamenti e scontentò tutti. I 5 Stelle ci fecero le loro fortune elettorali, tutti gli insegnanti diventarono grillini e Renzi ancora non capisce come sia successo, dopo tanta prodigalità ( 3 miliardi aggiuntivi nella legge di bilancio per il 2015 per l’istruzione, sommati ai 4,6 miliardi stanziati per l’edilizia scolastica. Fonte: AGI).

Occuparsi di scuola in Italia per un politico significa essere incosciente e masochista. La scuola è un terreno minato, non ci si cammina sopra, è il regno dell’immobilismo, del “si è sempre fatto così”. L’Italia, per capirci, è l’unico paese al mondo dove se un ministro (tutti tra l’altro vogliono fare la Grande Riforma che assuma il loro cognome) cambia una regoletta della maturità, si apre un dibattito generale simile a quello tra interventisti e neutralisti nella prima guerra mondiale. In Germania la cambiano quasi ogni anno con una circolare che passa inosservata. E infatti i 5 Stelle, conquistati gli insegnanti con le solite stupidate contro Renzi (ricordate il preside sceriffo?), hanno preteso addirittura l’Azzolina. Conclusione, invece di parlare di contagi e contact tracing, di tamponi e terapie intensive, il grande dibattito italiano tra giugno luglio e agosto 2020 è stato se e quando aprire le scuole a settembre e sugli inutili banchi con le rotelle.

Chi punta sulla scuola per acquisire consensi non ha capito nulla degli italiani: la scuola non si può cambiare, ma soprattutto non se ne deve parlare, la puoi gestire con qualche circolare che scivoli inosservata a ferragosto, una direttiva spedita agli Usr e poi silenzio.

Prendete la massa di precari assunti per volere dei sindacati. E’ un problema irrisolvibile anche se ogni ministro vi giura che lo risolverà in un anno. Nessuno può mettersi contro i burocrati di viale Trastevere. Ormai lo sappiamo, ubi maior, perchè abbiamo avuto ministri della PI grandissimi (cito Misasi, Galloni, Lombardi, Berlinguer, De Mauro) che neppure loro hanno potuto incidere. In Inghilterra e in altri paesi non le hanno mai chiuse, in Italia medici, sindacati e insegnanti le riaprirebbero nel 2022 se va bene. Di troppa scuola qualsiasi governo muore.

Se mi facessero ministro dell’Istruzione rilascerei un comunicato stampa con tre paroline programmatiche: sarò ministro invisibile. Poi, una circolare sotto Natale, una a Ferragosto, un’altra durante un ponte e senza che nessuno se ne accorga te la rivoluziono. Le punture bisogna saperle fare. Per far funzionare meglio la scuola italiana c’è una sola cosa da fare, creare una carriera per i docenti con stipendi differenti, valutare i dirigenti e impedire il doppio lavoro (chi insegna deve guadagnare di più ma non può fare un altro lavoro). Quando mi faranno ministro lo farò però non mi fanno ministro per non farmelo fare.