FORUM TV/ Qualche verità su Battisti

(15/9/2020) Caro prof., dal momento che apparteniamo alla piccola compagnia (v. Federico Guzzi) che ama gli album bianchi di Battisti, mi faccia aggiungere qualcosa sul Poeta Mogol (“la gallina coccodè spaventata in mezzo all’aia/fra le vigne e il cavolfiore mi sfuggiva gaia”). Con le melodie di Battisti si poteva solo costruire l’immagine di un triste sfigato in amore (“a quest’ora cosa vuoi mi va bene pure lei”)? Nove anni prima di rompere con Mogolomane, nel 1971, Battisti aveva già tentato di svincolarsi dalle parole per proporre tre brani musicali. Allora il divin poeta cosa fece? Per affermare il suo dominio, impose tre titoli lunghissimi (ed inutili) tipo Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi. Lo stesso insuccesso dello sbarco sul mercato americano fu dovuto alla pretesa del poetone, come se fosse Dylan, di voler i suoi testi tradotti “alla lettera”. Abbiamo davvero avuto grandi parolieri in Italia, cito per esempio: Vito Pallavicini (Azzurro), Giorgio Calabrese (E se domani), Sergio Bardotti (Piazza grande), e Lucio non ha avuto la fortuna di incontrare uno dei tre, tutto qui.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO Sono perfettamente d’accordo.