LAMEZIA/Il corso, il salotto buono trasformato in cestino

Tutti i miei ragionamenti che porto avanti da anni sui corsi di Nicastro sono vaneggiamenti oppure quando il corso viene chiuso sino al 29 agosto per consentire “Calabria Fest” il pazzo non sono io?
Per quattro giorni, dicono i negozianti, ascoltare musica assordante ininterrottamente, in un luogo dove vivono tante famiglie e altrettanto anziani, ma ci si pensa?  Ora, la scelta essenziale che ogni sindaco avrebbe dovuto fare dal 1968, finendola con la retorica del “salotto” (che porta ad equiparare gli “eventi” nella città con le occasioni importanti in cui si usa il salotto delle case), è questa: i 2 corsi non sono una “vetrina”, cioè contenitori. In essi si passeggia, si sosta e si compra. Per cui non si concede a questo e quello per esposizioni, manifestazioni, concerti e tutto ciò che confligge con quelle tre funzioni. Non è facile perchè i negozianti magari vogliono pure che i corsi siano aperti alle auto, ma tutto ciò (per es. maratone, premiazioni, mercati, pubblicità, …) che impedisce ai pedoni di muoversi, sostare, entrare nei bar e negozi, consumare, significa mortificare i cittadini in favore di qualche interesse particolare (anche se nobile o benefico). Ecco perchè piazza Mercato vecchio senza piscina o piazza della Repubblica sarebbero adatte agli eventi. I corsi servono a quelle che da ragazzi chiamavamo “vasche”, andare su e giù, ecco la ragione del loro nome. I salotti nelle case sono preziosi.