JUVE/La prova decisiva di Paratici

Fabio Paratici, dopo l’anno “non classificabile” del 9° scudetto-Covid, è in stand-by alla sua prova più difficile: deve convincerci della sua indispensabilità come manager sportivo. Il ruolo del ds è facile da definire: è bravo chi sa vendere, chi sa fare cassa. Prendiamo Higuain. A comprarlo pagando l’intera clausola rescissoria sono buoni tutti, basta avere l’assegno. Così Ronaldo, se riesci ad instaurare un rapporto con Jorge Mendes il suo procuratore. Ma liberarti di quelli ai quali hai fatto ricchi contratti è difficilissimo. Lo scorso anno Paratici voleva vendere Dybala per comprare Lukaku. L’argentino si oppose e tutto saltò. Ma è la stessa cosa che succede per Rugani o Bernardeschi, solo che questi due, essendo giovani prima o poi li puoi trasferire accontentandoti sul ricavo. La cosa impossibile è vendere i vecchi e rotti, Higuain, per l’appunto, pagato molto, con ingaggio altissimo e ormai logoro. Insomma, è finito il ciclo in cui prendevi parametri zero facendo loro ricchi ingaggi. Ed è finito quel tempo perchè il calcio vincente di oggi fa prevalere corsa e intensità su schemi e gioco. Se non corri molto non vinci. Si deve tornare all’antico, a scovare giovani che o restano alla Juve o li vendi, non ti restano sul groppone come Higuain, Kedhira, Douglas Costa. Prendiamo un brocco come Berna pagato tantissimo, 40 milioni. Non lo venderai mai per quanto lo hai pagato, ma se ti accontenti da un giovane qualcosina la recuperi. Dai vecchi non recuperi nulla e devi solo pregare che si rendano utili alla causa sino a quando non decidono di pensionarsi. In realtà la Juve negli anni ha fatto cassa solo con i giovani, con Pogba, Coman, Ken, Mandragora, puntando poi sull’usato che doveva portarti esperienza per affrontare la Champions. Ora si tratta di cambiare registro, di fare scouting vero in giro per il mondo, perchè se oggi tu scopri Camavinga, la mezzala angolana del Rennes, arrivi quando lo hanno scoperto già tutti. Un poco è quello che Paratici sta già facendo, con i Cancelo, Romero, Kulusevski, Pellegrini, Perin, Emre Can, ma con una problematica che concerne i nostri allenatori, tutti boriosi e sopravvalutati. Mentre in Inghilterra a 18 anni li mettono in prima squadra (per es. Greenwood e prima Shaw del Manchester United), per cui Eric Garcia (2001) Guardiola lo lancia al centro della difesa preferendolo a Stones e Otamendi, in Italia Pogba è stato tenuto tra le riserve un anno e Bentancur ci ha messo 2 anni per poter avere la titolarità. Un direttore sportivo come Paratici deve capire che la coppia dei terzini juventini, per non parlare sempre e solo del centrocampo che fu (con i Vidal, Pirlo, Pogba), non può paragonarsi a quella dell’Atalanta (Hateboer, Gossens) ma neppure a quella della Lazio (Lazzari, Lulic). In Europa poi siamo ridicoli se ci guardiamo i terzini del Liverpool ( Alexander-Arnold, Robertson) e del Bayern (Himmich, Davies). Dare 31 milioni all’anno a Ronaldo è inutile, se prima giocava con Carvajal e Marcelo e adesso aspetta un cross che sia uno a partita. Neppure Ronaldo può fare i miracoli. Insomma, un bravo ds deve pagare molto e dare un ingaggio alto solo ai giovani fuoriclasse come De Ligt. Quando se ne vanno, te li pagano bene. Giovani e bravi, basta con gli svincolati. Ora segnatevi il nome di un grande ds : Giovanni Sartori (1957) dell’Atalanta