L’AEROPORTO DI LAMEZIA SECONDO FAUSTO VITALIANO

(Antonio D’Orrico recensisce il noir di F. Vitaliano) Gori Misticò è fatalista, discende dai Greci, quelli con la maiuscola, quelli che fecero la Calabria, dove lui è nato, Magna (questo è un romanzo greco antico, come la materia del liceo classico). La sua visione della vita è, in modi squisitamente meridionali, una visione della morte: «Siamo tutti morti che per il momento sono ancora in vita». Il volo da Milano atterra senza problemi all’aeroporto di Lamezia situato, come recita il sito ufficiale, «in posizione baricentrica e assolutamente favorevole nell’ottica di intermodalità dei trasporti». Ma se non trovi all’uscita uno straccio di pullman che ti riporti a casa, allora (è la conclusione di Misticò) «potevi prendere l’intermodalità aeroportuale e infilartela dove sapevi in posizione baricentrica».
Misticò…è un super sbirro che pensa direttamente in poliziottese. Un esempio, se prende un taxi non in regola (al baricentrico aeroporto di Lamezia, ovviamente) subito traduce l’esperienza in articoli del codice penale: 384 esercizio abusivo di professione, 640 truffa, 629 estorsione, 643 circonvenzione di incapace. (La mezzaluna di sabbia, di Fausto Vitaliano, Bompiani)