RAFFAELE FOLINO IL PRESIDE

La scomparsa improvvisa di Raffaele mi colpisce al cuore perchè perdo un amico vero. Ma qui non intendo parlare del privato e della nostra amicizia, vorrei sinceramente lasciar traccia del suo impegno, del suo lavoro, del significato della sua vita professionale. Ho aderito all’Anp (Ass. Naz. Presidi) soltanto perchè conobbi lui e poi scoprimmo col tempo di con-dividere praticamente le stesse idee. Come dirigente della sezione catanzarese è stato una sorta di boa per tutti noi, giovani e anziani, in un percorso lungo e aggrovigliato che ci ha fatto crescere attraverso la conquista della dirigenza e dell’autonomia. Raffaele aveva la dote essenziale, l’unica dote che dovrebbe avere un dirigente, l’intelligenza interpersonale di discernere il valore delle persone. Lui capiva subito se e quanto valevi e non c’è nessun docente di valore che abbia lavorato con lui che ne possa parlar male. Perchè Raffaele era giusto, severo con gli scansafatiche e caloroso con i bravi. Lui mi disse una volta che amava cambiare spesso scuola dopo tre anni. Nel primo anno al dirigente fanno fare quello che lui vuole. Al secondo gli prendono le misure, il terzo anno è un inferno e occorre cambiare. La regola dei 3 anni, diventata il nostro giocoso tormentone, la citavamo sempre perchè io rimasi fedele ad una sola scuola e quindi il mio inferno non finiva mai. Raffaele era competente perchè la sua cultura era vasta, e anche con i numeri ci sapeva fare per cui sul piano amministrativo non aveva nulla da imparare. Il suo tratto signorile, la sua praticità, la capacità che aveva di legarsi alle persone dopo averle scelte gli hanno consentito di diventare un punto di riferimento. Un buon preside fa una buona scuola, su questo concordavamo, e mai una sola volta in mia presenza ha parlato male di un collega, era troppo mite per farlo. Non lo dimenticherò mai, ma non lo dimenticheremo in tanti perchè si cresce solo in una comunità, mai da soli.