IL SUICIDIO DEL PD A FAVORE DEI CASALINO BOYS

Il primo Aspirante a Capo dello Stato, Dario Franceschini, ha proposto un’alleanza permanente tra pd e M5s e poi di usare i fondi europei per portare l’Alta velocità fino in Sicilia, compreso il Ponte sullo stretto. Come se non bastasse, l’incolore Zingaretti vede in Conte il (prossimo) leader dei progressisti italiani d’amore e d’accordo con Grillo, il Manifesto, Leu e Travaglio. Infatti un sondaggio di queste ore mostra il suicidio del pd, fermo al 16%, mentre cresce il partito di Conte e si riprende il M5S. Mentre ricordiamo, a 40 anni di distanza, l’omicidio di un vero riformista, Walter Tobagi, è il caso di precisare cosa sia il riformismo e perchè il termine in Italia abbia da Turati in poi un connotato negativo, essendo tutti i politici rivoluzionari a chiacchiere e sempre estremisti ideologici non pentiti. Una forza riformista è quella che ha un solo programma in testa, da realizzare se è al governo e da proporre se sta all’opposizione. Dunque una forza riformista ha una visione che attraverso misure graduali e piccoli passi intende mettere in pratica.
Da decenni il Partito democratico non entra mai nel merito. “Troppo facile ripetere a iosa il menù del giorno, che come in certe trattorie è sempre lo stesso: occorre un’economia verde, bisogna lavorare alla banda larga, si deve investire nella ricerca eccetera eccetera. Ma bisognerebbe dire come, quando, perché” (Mario Lavia). Non basta dire in Italia che il problema è la burocrazia e l’evasione fiscale se non indichi, con precisione e rigore, le misure necessarie per snellire le procedure, tagliare le unghie ai burocrati, riportare l’evasione fiscale sino ai livelli “normali” degli altri paesi europei. Da questi piccoli esempi ma che, a mio parere, sono le priorità italiane per i prossimi 10 anni, si capiscono varie cose: 1) quanto il governo Conte sia inadeguato ed incapace di realizzare tali obiettivi; 2) quanto il pd, non avendo ancora definito le sue priorità, proceda a mosca cieca giorno per giorno con la solita, storica giustificazione che i barbari siano alle porte (oggi è Salvini, ma prima era Berlusconi, prima ancora Craxi & Andreotti, Fanfani, Scelba e così via).
C’ è sempre, nella storia della sinistra italiana, uno stato di necessità, una causa di forza maggiore che costringe al male minore, stare al governo con degli imbecilli. In questo scenario politico “proporzionalista” la pandemia ha fatto irruzione sancendo un momento di passaggio epocale. La politica italiana imperturbabile non se ne cura, tanto è incapace di pensare il futuro economico di un paese indebitato come nessuno. L’orizzonte massimo resta il posizionamento per il prossimo Presidente della Repubblica. E’ chiaro che lo schiavo di Casalino, con tutti i soldi che avrà a disposizione, non lascerà se non lo portano via con la camicia di forza.
L’ultimo esempio che vorrei fare riguardano queste parole del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: «Per riportare la dinamica del prodotto interno all’1,5 per cento servirà un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all’anno. Questo obiettivo richiede un forte aumento dell’accumulazione di capitale, fisico e immateriale, e una crescita dell’efficienza produttiva non dissimile da quella osservata negli altri principali paesi europei». Il pd è d’accordo oppure tale suggerimento è “sovversivismo”?
Ancora oggi al governo impieghiamo i mediocri, senza avvalerci di uomini e donne di grande valore che abbiamo, da Mario Draghi ad Elena Cattaneo. Che spreco, che miopia, ma è facile prevedere che così non può durare.