CI MERITIAMO BERSANI AL GOVERNO CON GIUSEPPI?

Ogni santo mese in tv Floris (diMartedì) ospita per un’ora Bersani che pontifica sul mondo e la sinistra che verrà, attorniato da giornalisti, come se fosse uno statista in visita in Italia. Fa una certa impressione vederlo in versione governativa a difendere Giuseppi come un Travaglio qualsiasi, alludendo a gruppi editoriali e poteri forti che tramerebbero nell’ombra. Solo l’Intelligenza Artificiale
come in Armenia può salvare questa sinistra statalista italiana. Bersani rappresenta 3 persone in Italia: se stesso, il ministro Speranza e Conte. Ma ha parlato con qualche sindaco, dove vive? Ho più volte scritto che la pena che provo per Bersani non ha niente di politico. Uno come lui umiliato in diretta streaming nel 2013 dai grillini Lombardi e Crimi dovrebbe nutrire verso di loro soltanto sentimenti di rivalsa. Non è un politico con la schiena diritta, invece come una Silvia Romano è stato vittima della sindrome di Stoccolma. Certo è che ascoltare nel 2020 nell’ora di maggior ascolto un bollito come Bersani che difende il governo (ormai alla frutta ) più ridicolo della storia repubblicana (se ne stanno accorgendo tutti, compresi i media), fa impressione. Ma il meccanismo più becero è il ricorso “storico” alla “stato di necessità” che da Lenin in poi giustifica ogni mossa sbagliata della sinistra. C’è sempre un nemico alle porte, terribile e mostruoso, che giustifica la tattica contingente (stare con Di Maio), altrimenti sarebbe il caos, la rovina delle masse popolari. Stavolta lo chiamano Salvini (prima era Berlusca, prima ancora Craxi o Fanfani), senza riuscire a vedere e capire che il mostro invisibile che si chiama virus stavolta l’inefficienza la sta facendo pagare alle masse popolari che prima o poi ai Bersani e ai Giuseppi chiederanno il conto, e non davanti a Floris. Lo stesso Floris lo ha capito: mascherine, tamponi, app, aiuti economici, dove sono? Chiedeteli a Casalino e a Bersani