LA JUVE DI SARRI

Sarri va bene ma per restare deve vincere lo scudetto, è chiaro. La sconfitta col Napoli, ininfluente sulla classifica, ha rinfocolato i dubbi. Davide Terruzzi ha scritto: «Come deve essere la Juve di Sarri? Un squadra che pressa forte, che corre, che difende correndo in avanti, che si mantiene corta e compatta». La domanda è allora se questa Juve abbia gli interpreti adatti. 1) E’ evidente che nel 4-3-3 (con tutti i fuoriclasse o con Ramsey trequartista) gli attaccanti non siano in grado di fare quel che Manè-Firmino-Salah fanno nel Liverpool in fase di non possesso. 2) Ma poi, Bonucci è in grado di guidare una difesa che difende correndo in avanti se da sempre difende sistemandosi sulla lunetta del rigore e nell’uno contro uno è negato? Qualcuno consulta la percentuale dei suoi mitici lanci riusciti? De Light, con buona pace dei deficienti televisivi, è l’unico fuoriclasse. 3) I due terzini sono Cuadrado e Alex Sandro. Il primo è l’unico in grado di saltare l’uomo e pertanto porta la croce, deve difendere e pure fare un dribbling che apra il campo. Il secondo partecipa molto alla manovra ma la discesa sul fondo non fa più parte del suo repertorio. Il cross non è una sua abilità (vedere Alexander-Arnold e Robertson). 4) Infine, il centrocampo. Si dice che Ronaldo abbia bisogno di Matuidi perchè preferisce partire dalla sinistra. Ma nel Real che il 3 giugno 2017 ci ha battuto 4-1 i centrocampisti erano Casimiro centrale, Kroos e Modric. Anzi, la svolta della partita fu la mossa di Zidane all’inizio del secondo tempo di sistemare le due mezzali sulla fascia destra e sinistra accentrando Isco. La Juve attuale ha Bentancur che ormai è maturo per fare la mezzala destra titolare. Però a sinistra si attende che Rabiot sia vicino alle aspettative e al centro abbiamo il problema principale della squadra. 5) Pjanic all’inizio dell’era Sarri sembrava più disposto a verticalizzare (o a fare il Jorgihno) smettendola con i passaggetti all’indietro dell’epoca allegriana. E’ durato poco, è discontinuo, fragile fisicamente, più disposto ad arretrare che a difendere correndo verso il pallone. 6) Dybala infine. Allegri lo aveva allontanato dalla porta e si era così involuto da segnare lo scorso anno (8° scudetto) soltanto 10 goal. Sembrava in uscita invece con Sarri è rinato sino a quando lo stesso Sarri nella partita col Napoli lo ha messo su Demme (!)