AMALIA BRUNI E LA NOSTRA DEBOLEZZA

Quando capito all’aeroporto i miei due neuroni sviluppano sempre le stesse identiche domande, la prima delle quali è: ma come abbiamo potuto avere noi lametini questa comodità sotto casa? La risposta che mi dò è che Lamezia era l’unica mediazione possibile tra i due territori prevalenti, Reggio e Cosenza. Sulla università e sull’autostrada spostata dal suo percorso tirrenico naturale (le nostre due grandi occasioni perdute) era chiaro che non potevamo controbattere il potere politico di Mancini. Potrei ancora ripetere parola per parola il comizio che lui tenne a piazza Madonnina nel pieno della contestazione ma per ragioni di spazio lo  riassumo in: l’università la faremo a Cosenza, mettetevi l’animo in pace, perchè io sono io e voi non siete un c. Noi lametini, è bene chiarirlo, non siamo mai stati defraudati di nulla, nessuno ci ha mai fregati, la nostra debolezza politica è stata la sola causa di tante sconfitte. I più forti prevalgono sui più deboli a meno che i deboli come Davide su Golia non usino la testa e la fionda. O come fece il ventenne re di Macedonia Alessandro contro gli eserciti dell’imperatore persiano Dario III grazie alla cavalleria veloce e alle lance lunghe fino a sei metri della falange macedone. Per tornare all’aeroporto, la presenza di De Felice personalmente mi rassicura avendo avuto la fortuna di conoscerlo. Ma ciò non toglie che la presenza del comune di Lamezia è stata sempre inconsistente se, appunto, alla debolezza non poni rimedio con la testa. Vorrei essere chiaro: se alla Sacal nel CdA nominassero me, cosa potrei dire e fare se non ho nessuna competenza di una azienda aeroportuale? Che gli parlo, di scuola? Le sorti di Lamezia sono poi state decise oltre che dai contesti storici (Cosenza è dagli anni sessanta avanti a noi di 20 anni, Catanzaro di 10, a Cosenza sono nel 2020, a Lamezia siamo ancora nel 2000), dalle peculiarità dei nostri politici. Visto che ormai siamo nella fase di piena riabilitazione di Craxi, una parentesi la vorrei aprire su Perugini. I figli dell’avvocato sono diventati tutti ottimi professionisti, per mia conoscenza diretta, per il valore del loro cervello e non per conti svizzeri lasciati dal padre. Se Perugini, come i suoi amici più cari gli consigliavano, avesse continuato a fare l’avvocato sarebbe morto ricco, invece la politica non ha aumentato i suoi redditi perchè ha cercato di battersi, come sapeva e poteva, per un disegno di Lamezia. Al di fuori di lui e di pochi altri, i politici lametini sono stati sempre gregari (al servizio) di altre realtà: un solo esempio per tutti, nel 2014 lo sconosciuto Nazzareno Salerno diventò consigliere regionale e ringraziò Lamezia per i voti ricevuti. Dai tempi di Pucci e Bisantis nulla è cambiato. Tutto questo discorso lo faccio non per recriminare sul passato, che non serve a nulla, ma per giungere ad una conclusione. In questi anni il Centro Regionale di Neurogenetica è diventata una realtà lametina conosciuta a livello internazionale perchè nel nostro territorio è nata un ingegno quale quello di Amalia Bruni. Ora, se vince Callipo, il Centro non morirà, spero che lo stesso succeda con la Santelli. Ma comunque sia, del passato abbiamo imparato che talvolta (come in questo caso) bisogna battersi sino alla fine senza accettare passivamente che a rimetterci sia sempre Lamezia sacrificata ai politici più forti. Sulla sanità, come si vede ogni giorno, Lamezia sconta il “mors tua vita mea”: Catanzaro vive solo sulla sanità, ogni famiglia catanzarese ha uno stipendio che deriva dalla spesa sanitaria, ecco perchè scientificamente si sono presi tutto.