PERCHE’ AMO IL FOOTBALL INGLESE

Anche quest’ anno il nostro campionato di calcio va in ferie, il 22 dicembre giocatori e dirigenti ci salutano per andare al mare alle Mauritius o alle Seychelles. Ritornano con la Befana. Come avviene sempre in Italia, l’esperimento di giocare sotto le feste è durato un solo anno, il 2018, ma è stato subito abbandonato perchè i nostri milionari calciatori non vogliono essere dei minatori come i loro colleghi inglesi. Meno male che c’è la Gran Bretagna con il suo football a farci compagnia il 26 dicembre (il Boxing Day), e poi sino a fine anno. A me del calcio anglosassone piace tutto e vorrei spiegare perchè il fatto che giochino sotto le feste non è poca cosa  ma la prova che la Premier League, al contrario dei nostri cialtroni (Lotito, De Laurentiis, Preziosi, Malagò), considera gli spettatori e confeziona uno spettacolo per famiglie. Cominciamo dalla cosa più importante, gli hooligans li hanno debellati, gli stadi sono senza barriere, con campi erbosi perfetti sino ai campionati minori, comodi, e hanno pure le prigioni. Se uno si permette di lanciare una carta (non un sasso, una carta) gli steward delle società lo acciuffano e lo mettono dentro. Il giorno dopo viene condannato da un giudice e gli passa la voglia di disturbare lo spettacolo. Solo con questo livello di sicurezza le famiglie con i bambini vanno allo stadio e infatti guardate in tv bimbi piccoli, disabili, donne, anziani seduti in prima fila a pochi metri dai calciatori a gustarsi la partita. Ma le entrate delle televisioni ci sono lo stesso e si aggiungono agli spettatori paganti e alle magliette originali vendute per cui le squadre inglesi sono molto ricche e l’ultima classificata in Premier può spendere quanto la Juve in Italia. Gli arbitri sono l’esatto contrario degli italiani nel senso che sbagliano pure loro (ma da quest’anno hanno messo il Var) ma non fischiano appena uno cade: fischiano solo per sanzionare il gioco violento. In questo modo i giocatori non ci provano a fare le sceneggiate italiane, non si buttano al minimo contatto e il gioco ne guadagna in fluidità. Il problema italiano (che paghiamo in campo internazionale) sono le troppe interruzioni che abituano i calciatori italiani a fare frequenti soste e abbeveraggi. I nostri arbitri, statemi a sentire, sono i peggiori perchè fa l’arbitro chi non ha mai giocato a pallone e quindi si arruolano soltanto presuntuosi e avidi che non conoscono le dinamiche. I nostri arbitri sono dei politici in campo, hanno tutti i vizi dei politici: se sbagliano operano le compensazioni, se nella settimana ci sono state polemiche la domenica riparano: a loro interessa una sola cosa, il potere e far carriera, perciò devono andare d’accordo con i designatori, da qualche anno in orbita Lotito (pensavate Juve?).  Infine il calcio inglese ama il gioco per cui anche le squadre minori affrontano le grandi senza patemi d’animo. La retrocessione o la sconfitta sono contemplate come facenti parte del gioco, non sono considerate come da noi un fallimento esistenziale o sociale, ma un risultato possibile. Ecco in breve perchè se ne sono andati dall’Europa, non sono piagnoni come noi, i tedeschi li hanno affrontati a viso aperto e la sconfitta non la temono. Gli arbitri fanno gli arbitri e non si preparano una carriera.