CAMPIONI DEL VOTO, CAMPIONI DEL VOTO

La politica resta ai miei occhi uno dei più grandi misteri gloriosi. Negli anni sono solo riuscito a capire i comparaggi e quindi leggere le mosse coordinate dei puledri. Per es. una volta capito che Andreotti & Mancini avevano un legame nascosto vedevo come le loro tattiche convergessero sempre. Ma anche oggi, per dire, basta capire la spaccatura Grillo vs Casaleggio per sapere cosa succede al governo, essendo Di Maio con i suoi ministri l’espressione di Casaleggio e Conte di Grillo. No, il mistero più grande resta per me come prendere molti voti alle elezioni comunali.
Per capirci, il romano Marcello De Vito dei 5S con 6mila preferenze alle elezioni comunali della Raggi, quale tecnica ha adoperato? Vedete, ho smesso di fare politica il 1974 quando feci lo scrutatore al referendum per il divorzio in una sezione del liceo in piazzetta S. Domenico. Con me c’era un signore cinquantenne della dc che abitava vicino il ponte di S. Antonio. Mi sfidò ad indovinare i voti che avrebbe preso la sua parte e di ogni votante mi spiegava l’orientamento. Insomma, alla fine, prima dello scrutinio, mi disse che il SI avrebbe ottenuto, fatti i conti, 380 voti e 380 esatti vennero scrutinati. Compresi allora che mentre io non ero adatto a far politica reale (dove contano i voti e non le chiacchiere), il galoppino o militante che dir si voglia conosce a menadito la zona in cui vive e sa (quasi) tutto dei suoi concittadini. Dal 1974 fino ad oggi resto convinto che ci sono persone capaci di sapere, meglio di Facebook, l’orientamento politico, sessuale, sportivo, le inclinazioni di tutte le persone che vivono nella stessa via, nel condominio, nel loro quartiere. Io incontrai un dc che me lo dimostrò ma una volta anche altri partiti avevano questi sondaggisti, questi profondi conoscitori dei loro concittadini. Allora nel ’74 l’elettorato era stabile e fedele, oggi è mutevole pertanto il voto alle politiche è d’opinione (non militante) e non si può indovinare. Alle elezioni comunali invece i galoppini, i collettori di voti sono ancora ben funzionanti. Solo che io non capisco ancora come fanno, fuori del caso non so quanto eccezionale della compravendita, per la quale esistono tariffe e soggetti adatti alla bisogna. Ma fuori dai casi illegali, o dal controllo sul territorio- quartiere della cosca di riferimento, oppure dalla solidarietà del “borghese piccolo piccolo”, come si fa alle comunali a prendere tantissimi voti? Nessuno me lo ha mai voluto spiegare. Sino a 200 voti (gli invitati ad un matrimonio) ci arrivano anche quelli con famiglie numerose alle spalle, i medici di famiglia sono naturalmente accreditati influencer e beneficiari del voto utile, i politici che hanno dato posti di lavoro nel pubblico hanno riconoscenza eterna, è chiaro, ma tutto questo non basta per capire i campioni del voto accumulato, i recordmen comunali. Alle politiche, lo vediamo anche a Lamezia, il vento nazionale può spingere in parlamento illustri sconosciuti che alle comunali non prendono pista, ma come si diventa campioni delle preferenze alle comunali non riesco a capirlo. Non mi prendete in giro, dovete sapere che io non sono mai neppure riuscito a capire il meccanismo delle nomine dei presidenti e dei commissari agli esami di maturità. Un mio collega preside alle superiori per tutta la sua lunga carriera ha fatto il presidente alternandosi in due sole sedi. Come ha fatto? Mi fermo qui perchè le curiosità sono tante. Come cantava Dylan, “the answer, my friend, is blowin’ in the wind”